Kelly Services, società mondiale nella consulenza per le risorse umane, che offre su scala globale servizi di outsourcing, HR, temporary staffing e full-time placement, ha dedicato l’ultimo Kelly Global Workforce Index™ ai Social Media e all’utilizzo dei dispositivi smart. Questa autorevole indagine raccoglie le risposte di più di 120mila persone di 31 Paesi, di cui circa 7mila in Italia e mostra gli effetti dei diversi fattori che impattano sul mondo del lavoro attuale, tra cui le differenze geografiche e la responsabilizzazione dei dipendenti, con un particolare focus sui tre gruppi generazionali principali: Y (19–30 anni), X (31–48 anni) e Baby Boomers (49–66 anni).Nel dettaglio, l’ultimo capitolo del Kelly Global Workforce Index™ 2013 analizza l’impatto dei social media sulla scelta del lavoro, sulla carriera e sul recruitment in generale. I lavoratori, oggi, sono più “social” e connessi e vogliono avere accesso a tecnologie e piattaforme che consentano loro di condividere l’aspetto lavorativo (e non solo) della propria vita con una platea sempre più ampia.I risultati dell’indagine mostrano una vera e propria rivoluzione: i social network sono uno strumento indispensabile per cercare lavoro e condividere opinioni ed esperienze lavorative con altri utenti, rappresentando anche un preziosissimo aiuto per i recruiter. Hanno reso, infatti, estremamente semplice lo scambio di informazioni sulle opportunità occupazionali. Senza contare che la possibilità di attingere ai social media espande enormemente il bacino dei possibili candidati.“L’avvento dei social media ha cambiato il modo in cui le persone cercano e valutano offerte di lavoro. Per questo motivo, sono diventati un canale obbligato per la selezione del personale, del quale i recruiter si avvalgono sempre più frequentemente. Consapevole dell’importanza e delle dimensioni di questo fenomeno, da tempo Kelly investe sui social media non solo come strumenti di affermazione del brand e di dialogo con clienti e candidati, ma anche come canali per raggiungere i profili più in linea con le opportunità che offriamo”, afferma
Cristian Sala, direttore generale e Finanziario di Kelly Services Italia.In Italia, più di un terzo degli intervistati (35%) ha dichiarato di aver ricevuto una proposta di lavoro attraverso i social media (il 7 % è stato poi assunto). Questi dati sono notevolmente inferiori rispetto a quelli registrati in altre regioni EMEA, come Germania e Polonia (55%), Irlanda (52%) e Portogallo (44%).A livello globale, tra i lavoratori che vengono contattati attraverso i social, la maggiore incidenza si registra tra coloro che hanno competenze di tipo Professional & Technical, in particolare in settori quali Marketing (67%), Engeneering (59%), IT (54%) Sales (52%) e Financial/Accounting (50%). La situazione in Italia è molto simile, con i lavoratori del settore Marketing in testa (52%); seguono il Sales (49%), l’IT (45%), il Financial/Accounting (41%) e l’Engeneering (38%).Con la diffusione dei social media cresce anche la necessità, per i lavoratori, di essere sempre connessi grazie ad apparecchiature quali laptop, tablet e smartphone. Dall’indagine emerge che i dipendenti ritengono legittimo poter utilizzare tali dispositivi anche sul luogo di lavoro e, nel caso in cui il datore di lavoro metta loro a disposizione dispositivi aziendali, considerano generalmente normale utilizzarli anche per scopi non direttamente connessi all’attività lavorativa. Questa opportunità gioca un ruolo sempre più importante tra i criteri di valutazione presi in esame per scegliere un datore di lavoro piuttosto che un altro.Ancora una volta, tale tendenza è molto forte nell’area asiatica, dove, per il 52% degli intervistati, l’utilizzo di apparecchi personali è fondamentale. Molto più basso il dato registrato nelle Americhe (35%) e nella zona EMEA (32%). Per il 38% degli italiani, poter utilizzare laptop, tablet e smartphone è importante o molto importante nella scelta di un lavoro. Un altro fattore di valutazione è la possibilità di servirsi dei device aziendali sia per scopi lavorativi sia personali (per il 39% dei lavoratori italiani).“I dipendenti manifestano sempre più la necessità di interagire in modo aperto e confidenziale con amici e colleghi attraverso i social media. Per questo motivo l’utilizzo dei device mobili anche in ufficio è diventato imprescindibile. Fenomeno questo che rappresenta una delle questioni più dibattute tra i datori di lavoro, ma che le aziende devono tenere in seria considerazione se vogliono assicurarsi la retention dei talenti, migliorare la produttività e accrescere la soddisfazione dei dipendenti”, commenta il direttore generale.