La lente su mondo del lavoro, agricoltura e politiche europee. Le domande si accavallano. Quali interventi si rendono necessari per migliorare i livelli di legalità e di protezione dei lavoratori, senza rinunciare alla produttività? Come garantire la sicurezza dei lavoratori del settore agricolo? Quali interventi mettere in campo per evitare lo sfruttamento del lavoro nero e del caporalato? L’appuntamento è da venerdì a Bari per il Seminario internazionale di studi europei organizzato dalla Feder.Agri in collaborazione con il Mcl (Movimento cristiano lavoratori), Eza, Fondazione Italiana Europa Popolare e Ipcm (e promosso con il contributo dell'Unione Europea). Una “tre giorni” di dibattito intitolata Sicurezza e salute nel lavoro agricolo: protezione dei lavoratori nelle politiche dell’Unione Europea, cui prenderanno parte esponenti del mondo del lavoro, della politica, del sindacato ed esperti di politiche agricole comunitarie - provenienti, oltre che dall’Italia, anche da Germania, Francia, Polonia, Austria, Spagna, Portogallo, Grecia e Kosovo. Tutti metteranno a confronto le diverse esperienze e sensibilità maturate nei reciproci Paesi di provenienza, per cercare di individuare insieme nuove linee di intervento migliorative del grado di sicurezza del lavoro agricolo.
Un tema importante e attualissimo, come ha sottolineato il presidente del Mcl Carlo Costalli presentando l’iniziativa: «Il lavoro è da sempre una priorità per il Mcl, che ne ha fatto il terreno principale della sua azione. Ebbene, troppo spesso notiamo che il mantenimento dei livelli di produzione finisce col prevaricare la sicurezza e la tutela dei lavoratori che addirittura vengono considerate un ostacolo alla produttività. Resiste ancora in molti, cioè, una cultura egoista che, unita alla mancanza di dialogo e di confronto con le organizzazioni dei lavoratori, tende a far predominare il solo interesse della produttività: è una questione importante su cui riflettere, e lo è particolarmente in agricoltura dove imperversano ancora forme sfrenate di caporalato. Il Mcl con i suoi servizi presenti su tutto il territorio nazionale sta organizzando una fitta rete di prevenzione, denunciando tutte quelle situazioni che non rispettano le leggi».
È un fatto che, come ha rilevato il segretario della Feder.Agri Alfonso Luzzi le «specificità del lavoro agricolo, dove maggiormente si registra lavoro irregolare con ricorso a manodopera sottopagata, priva di condizioni di lavoro dignitose, di provenienza extracomunitaria», sta a indicare quanta strada ancora ci sia da fare in questo settore «a elevato indice di rischio infortunistico». Secondo Luzzi «un’efficace azione preventiva non può allora prescindere dal coinvolgimento degli stakeholder, oltre che dei lavoratori (…) avviando un percorso strutturato di coinvolgimento delle parti sociali, delle istituzioni pubbliche e del mondo della ricerca, finalizzato all’esplorazione e all’analisi dei diversi bisogni, nonché all’individuazione di linee di indirizzo per lo sviluppo di una strategia d’azione condivisa al fine di contribuire alla implementazione e ottimizzazione degli strumenti preventivi, in considerazione delle peculiarità che contraddistinguono la tipologia di lavoratore e il settore agricolo».