«Se le attuali capacità di assorbimento in Europa resteranno uguali nei prossimi 24-36 mesi, c’è uno stabilimento di troppo in Italia. Se riusciamo a indirizzare la capacità produttiva verso l’America, questo problema scompare: ma abbiamo bisogno di tranquillità per produrre in Italia». Così l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, è tornato ieri sulle strategie del Lingotto sul mercato nazionale e su quello continentale. «A Pomigliano non abbiamo fatto alcuna discriminazione, abbiamo assunto 20 lavoratori che nel 2010 erano iscritti alla Fiom» ha poi puntualizzato Marchionne, ribadendo che oggi intende presentare appello rispetto alla sentenza del Tribunale di Roma che obbliga il Lingotto ad assumere 145 lavoratori iscritti al sindacato dei metalmeccanici della Cgil.Intanto inizierà oggi la produzione della 500L nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia. Il lancio nel nostro Paese è previsto nella seconda metà di settembre: il modello verrà venduto al costo di 15.550 euro. Nello stabilimento serbo si produrranno fino a 600 vetture al giorno. Olivier François, responsabile brand Fiat, non ha voluto indicare i target della vettura: «Il mercato è molto incerto, imprevedibile», ha spiegato. La 500L sarà commercializzata negli Usa nel secondo semestre del prossimo anno. «Puntiamo molto sulla versione trekking, crossover in versione familiare. Anche il modello per gli Usa arriverà dalla Serbia. Il pubblico a cui si rivolge – ha continuato François – è quello tradizionale della 500: giovani, donne, famiglie». Un altro capitolo riguarda la Russia. «Ci stiamo lavorando, siamo andati oltre la data prevista, ma speriamo di definire l’accordo entro la fine dell’anno» ha risposto Marchionne a chi gli chiedeva dei tempi di formalizzazione dell’intesa con Sberbank per produrre auto in Russia. «È un problema tecnico, non di sostanza», ha aggiunto.In mattinata Torino aveva comunicato a Veba, il fondo sanitario del sindacato statunitense Uaw, l’intenzione di esercitare l’opzione di acquisto sul 3,3% del capitale di Chrysler. Si tratta di un’operazione che porterà il Lingotto al controllo del 61,8% della casa Usa. Marchionne ha spiegato che la Fiat ha la liquidità sufficiente per «acquisire la totalità della Chrysler», ma che non è questo «il momento per farlo».