giovedì 14 giugno 2012
​In settori quali la moda, il design, l’oreficeria o l’arredamento il Milanese e la Brianza hanno mantenuto una presenza vivace e significativa nell'artigianato artistico. Martedì 19 giugno la presentazione dello studio.
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Martedì 19 giugno alle ore 18 la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, in collaborazione con la Scuola Cova (storico ente di formazione milanese) e il Centro di ricerca “Arti e mestieri” dell'Università Cattolica, presenta la ricerca Maestri del fare. Indagine socio-economica sulla domanda dei mestieri d’arte a Milano presso la sede milanese di Scuola Cova, in Corso Vercelli 22. La presentazione prevede la presenza delle autrici Isabella Medicina e Silvia Mazzucotelli Salice, dei Presidenti dei due enti (Roberto Cova e Franco Cologni), di Paolo Colombo (direttore del Centro di ricerca “Arti e mestieri”) e di alcuni importanti maestri d'arte, le cui testimonianze (raccolte dalle ricercatrici) sono state riportate nel volume; parteciperà inoltre l'avvocato Marco Accornero, segretario generale dell'Unione Artigiani di Milano.Lo studio, appena pubblicato da Marsilio Editori nella collana “Ricerche” e nato dal sodalizio tra la Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte e la Scuola Cova, grazie a un bando di Regione Lombardia, si è basato su una serie di approfondite interviste a maestri d'arte, creativi, titolari di imprese in cui l'attività artigianale è tuttora fondamentale e rappresentati delle istituzioni, per comporre una visione d’insieme della presenza dell’artigianato artistico d'eccellenza nell’area di Milano e dell’evoluzione avvenuta nel rapporto tra mestieri d’arte e mercato del lavoro.Dalla ricerca emerge in primo luogo come, nella metropoli post-industriale, i mestieri d’arte non siano affatto tramontati: se è vero che alcune professioni un tempo radicate a Milano sono definitivamente scomparse, è altresì fondamentale notare come in settori quali la moda, il design, l’oreficeria o l’arredamento il Milanese e la Brianza abbiano mantenuto una presenza alto-artigianale estremamente vivace e significativa. “Senza il dialogo costante fra il creativo e l'artigiano non sarebbe stato possibile sviluppare quella passione per l'oggetto bello e ben fatto che ha permesso a Milano di mantenere un ruolo chiave come capitale di un lusso consapevole, legato alla realizzazione e al progetto. Oggi il problema è come strutturare un percorso formativo che consenta la trasmissione di quel savoir-faire”, dichiara Franco Cologni. Il nodo sta proprio nella difficoltà di far incontrare la domanda di nuove professionalità e di profili specializzati, proveniente dalle imprese e dagli atelier, con il bagaglio umano e professionale dei potenziali candidati che oggi escono dai percorsi di formazione. “Non è in ragione del valore costruito nella sua lunga storia che Scuola Cova vuole mantenere viva la propria vocazione, ma in virtù dei bisogni delle giovani generazioni, di quella capacità di ricercare e trovare un senso rinnovato nel nostro agire e dello stupore che i mestieri d’arte continuano ad esercitare in ognuno di noi” scrive Roberto Cova.“Maestri del Fare” non si limita a registrare asetticamente la crisi sistemica del modello italiano di istruzione e avviamento alle professioni, e lo scollamento artificioso tra la figura acclamata dell’art thinker e quella oscura dell’art maker, ma si sforza di fornire possibili risposte raccogliendo le esperienze e i punti di vista degli attori coinvolti nei settori in cui il mestiere d'arte milanese è ancora sinonimo di eccellenza.
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