«C’era bisogno di dare un segnale, visto anche il disorientamento e le aspettative sulla determinazione dei tributi in Italia». Raffaello Lupi, docente di diritto tributario e blogger, commenta in questo modo l’approvazione del decreto che dovrebbe semplificare il fisco e la vita per milioni di italiani.Cosa cambierà con il 730 precompilato?Dipendenti e pensionati continueranno ad avvalersi delle figure che da anni li assistono, cioè commercialisti e Caf , che però avranno una base di partenza dall’Agenzia delle Entrate per lavorare meglio. Nascerà tuttavia un "balletto" informatico per attribuire all’Agenzia le informazioni idonee a costruire la dichiarazione.Questa è davvero una novità?In realtà già esiste il "cassetto fiscale" per chi accede ai servizi telematici del fisco italiano: serve a gestire le informazioni dichiarate e non ha nulla da invidiare a quello degli altri Paesi. Anzi, è stato preso a modello. Il problema è piuttosto rappresentato dagli adempimenti per operatori economici e aziende, su cui graverà sostanzialmente anche il flusso informativo per alimentare il 730 precompilato.La semplificazione può aiutare a combattere l’evasione?Il nostro problema è infatti quello e gli oneri burocratici che dovrebbero sostituire uffici tributari timorosi di stimare serenamente la ricchezza non registrata. Qui vedo soltanto timidissimi correttivi di scarsissima portata su dettagli estremi: una lista di micro-interventi dispersivi. Nessuno ha un’idea chiara sul tema dell’evasione. A partire dai professori. Capisco i politici, che si preoccupano dell’effetto di annuncio, ma di sostanza ce n’è pochissima.Si spieghi meglio...Non si sa come combattere l’evasione. Le do alcune cifre approssimative. Il nostro Pil si aggira sui 1.500 miliardi di euro, le entrate tributarie sono attorno ai 450, l’Agenzia delle Entrate incassa appena 13 miliardi l’anno, di cui sei da imposte dichiarate e non versate e soltanto 2,5 da scoperta di ricchezza nascosta.Quindi?Quello che mi sento di suggerire a Renzi e al governo è di cominciare a sdrammatizzare il problema dell’evasione fiscale. E far capire che sono le organizzazioni aziendali i primi esattori del fisco. Bisogna responsabilizzare gli uffici sulla stima della ricchezza non raggiunta dalle aziende con un’azione più sistematica, aumentando il controllo valutativo del territorio, come suggeriva anche il recente rapporto del Nens di Visco.Con le semplificazioni si abbasseranno le tasse?La difficoltà è trovare il giusto mix tra tasse eque e servizi funzionanti. Spesso dimentichiamo che in Italia il settore pubblico è enorme e gestisce segmenti importanti nella vita delle persone e delle comunità.E come la mettiamo con la riforma del Catasto?È un lavoro amministrativo, non legislativo. Vediamo, se ne parla da decenni, senza cavare un ragno da un buco.