giovedì 9 aprile 2020
«Ciò che emerge nei compiti che assegno non uscirebbe facilmente durante una lezione classica», osserva Chiara Mauri, vicedirettore della Scuola di Economia e Management
La docente Chiara Mauri

La docente Chiara Mauri - Liuc

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Sembra incredibile, eppure durante le lezioni a distanza gli studenti esprimono le loro opinioni a volte più che in un'aula fisica, vanno più nel profondo, rivelano il loro carattere. «Ciò che emerge nei compiti che assegno non uscirebbe facilmente nel corso di una lezione classica»: ce lo racconta Chiara Mauri, vicedirettore della Scuola di Economia e Management alla Liuc. Il suo corso di Marketing rivolto agli studenti stranieri, di laurea Triennale e Magistrale, è ormai rigorosamente a distanza. «Gli studenti partecipano, eccome, sono molto coinvolti. Certo, io chiedo loro di preparare report brevi ma precisi su specifici argomenti e con definite scadenze. Il report deve essere predisposto in team di almeno due studenti, e se è fatto molto bene gli studenti sono premiati con 1 punto. A volte lo rifanno 2 o anche 3 volte pur di portarsi a casa 1 punto. Lo studente non si limita quindi a prendere appunti come in una classica lezione, ma deve mettersi in gioco sperimentando nella pratica ciò che ha appreso».

A monte c'è il lavoro della docente, che ha rivisto il materiale didattico per adattarlo alla situazione della mancata presenza fisica in aula. Così, per esempio, alcune slide sono complete e alcune incomplete per essere messe a punto insieme agli studenti durante la lezione in streaming. Ogni due lezioni scatta l'assignment, il compito, puntuale e da svolgere in piccolissimi gruppi e in tempi ben determinati; la docente corregge il lavoro, invia un feedback e magari riprende alcuni spunti durante la lezione. Il punto fondamentale è di non lasciare troppo spazio vuoto nel distance learning tra un incontro e il successivo. Sei gli studenti italiani su 38 iscritti al corso, parecchi dei quali presenti alle lezioni in distance anche se dispersi in varie parti del mondo mentre la professoressa scrive alla lavagna, poi torna alla telecamera, mostra le slide, si connette alle banche dati della biblioteca Liuc e risponde alla chat in diretta con gli studenti. Tutto ciò è reso possibile anche grazie al supporto altamente professionale dei responsabili dei servizi informatici dell’Ateneo.

«Mi piace questo rapporto mediato dalla tecnologia, costringe a una maggiore operosità e a minori timidezze. Questo particolare momento farà fare un bel salto in avanti alla nostra didattica, nonostante quella fisica rimanga comunque sempre una gran cosa», commenta Chiara Mauri

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