Grazie ai risultati della sua annuale ricerca sui
Talent Trends, Linkedin ha potuto fornire anche nuove indicazioni su come I lavoratori stiano vivendo la propria carriera, a cosa aspirino e dove si vedano nel prossimo futuro. Tra questi, in particolare, da una più approfondita analisi dei dati emersi dall’indagine sviluppata a livello globale, si sono potuti evidenziare alcuni elementi distintivi che caratterizzano l’approccio all’ambiente lavorativo da parte del mondo femminile in un settore che da sempre è dominato dalla sfera maschile, ovvero l’area delle competenze Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Su 8mila professioniste intervistate in tutto il mondo e operanti in questo settore, si è scoperto, così, che mentre da una parte le aziende sono sempre più alla ricerca di donne competenti in queste materie e, se possibile, anche con qualità manageriali, dall’altro lato sono proprio lavoratrici con questi requisiti a essere le più difficili da trovare e da far rimanere in azienda. Guardando agli ambienti lavorativi in ambito Stem, infatti, le quote rosa sono decisamente poco rappresentate a ogni livello. A tal punto che solo il 23% dei talent del settore su scala globale fa parte del mondo femminile, riducendo quindi di tre punti percentuali il valore riscontrato cinque anni fa. La rappresentanza femminile tra i dipendenti comuni nell’ambiente Stem in generale è del 24%, una percentuale realmente irrisoria se si vuole cercare di raggiungere posizioni di comando in azienda. Mentre, se si guarda ai ruoli manageriali, il dato addirittura peggiora ancora arrivando al 19%, per raggiungere il 17% quando si parla di posizioni dirigenziali. Infine, le mansioni di ricerca stanno mostrando la più alta rappresentanza di professioniste (30%) in ambito Stem, mentre tra gli ingegneri si nota la più bassa percentuale di lavoratrici (14%). Un dato che nel campo delle operation si attesta al 19% e nel campo dell’It al 18%.Lo studio, inoltre, dimostra che le donne sembrano molto più disponibili a lasciare il proprio attuale posto di lavoro rispetto agli uomini e il 27% di loro pensa che ricoprirà il proprio ruolo per non più di un anno a partire da ora, rispetto al 23% degli appartenenti alla sfera maschile con la stessa idea. Tra le professioniste che lavorano in ambito Stem, poi, il 41% sta cercando un nuovo lavoro, contro solo il 37% degli uomini. In ogni caso, però, l’evidenza più importante è che, a differenza dei luoghi comuni, che vedrebbero le donne lasciare il proprio posto di lavoro per dedicarsi di più alla famiglia, quest’indagine sottolinea come in realtà non sia così, ma anzi dai dati dell’analisi si può riscontrare come i talenti femminili del settore vogliano modificare la propria posizione professionale
in primis perché non sono a loro agio con la cultura aziendale o l’ambiente lavorativo che solitamente ha una forte presenza maschile, oltre che anche per trovare nuove opportunità di sviluppo della propria carriera. Un ultimo dato interessante emerso dal sondaggio, infine, è relativo al fatto che le donne quando approdano a una nuova posizione lavorativa guadagnano in media solo il 10% in più rispetto al compenso percepito precedentemente, a differenza di quanto fatto invece dagli uomini nella stessa situazione, i quali arrivano a ottenere nella maggior parte dei casi un aumento di stipendio pari al 30%. Un valore questo che indica come le donne, da una parte le donne non siano abituate a trattare il proprio compenso in sede di colloquio e dall’altro però anche come probabilmente le aziende le sottovalutino sotto il profilo economico rispetto ai professionisti della sfera maschile.