Il 72% delle donne si dichiara disponibile a lavorare in
smart working: la prospettiva di lavorare con orari flessibili e con la possibilità di connettersi da casa attraverso laptop e smartphone aziendali è vista molto positivamente dalle donne intervistate. Ma se il 30,4% ha motivato la scelta dalla prospettiva di spendere più tempo in famiglia, ben il 41,7% vede nella flessibilità di orari e luogo di lavoro un grande incentivo per la produttività: non solo
work-life balance nella scelta di accettare il lavoro agile, dunque, ma anche la volontà di migliorare le proprie performance professionali.A fronte di una situazione attuale in cui lo
smart working è ancora lontano dalla piena diffusione (è ora in discussione la legge sul lavoro agile), Infojobs, principale realtà italiana nel settore del recruiting on line per numero di offerte di lavoro, traffico Internet e numero di cv in database, ha realizzato una survey sul lavoro agile a cui ha hanno preso parte oltre 28mila tra studentesse e lavoratrici."La possibilità di organizzare la propria giornata con flessibilità, senza rinunciare alle prospettive di carriera nel mondo del lavoro, è stata per decenni una chimera per tutte le donne volenterose di conciliare la vita familiare con il successo professionale - si legge in una nota -. In tal senso, a oggi, sono stati fatti molti passi avanti, anche se molti altri ancora se ne potranno fare: uno di questi è l’introduzione dello
smart working, o lavoro agile, una prospettiva concreta che, grazie anche alla rivoluzione digitale e alla piena diffusione di
device mobili e strumenti cloud per il lavoro da remoto, permette di armonizzare queste due esigenze a milioni di lavoratrici (e lavoratori)".E al momento della scelta di una nuova avventura professionale, come viene valutata la possibilità di lavorare da remoto e con orari flessibili? Il 55,1% delle donne intervistate preferisce scegliere un posto di lavoro che adotti una politica 'agile': il 16,2% sarebbe disposto ad accettarlo anche a condizioni economiche meno favorevoli, a fronte di una maggiore flessibilità nell’organizzazione della propria giornata, a cui si aggiunge il 38,9% per cui la possibilità di lavorare in
smart working costituisce un incentivo al momento della scelta, ma a parità di offerta economica.Per il 24,9% delle intervistate, invece, le condizioni economiche sono comunque il primo driver in assoluto nella scelta di una nuova opportunità professionale.