giovedì 17 marzo 2016
A gennaio 2016 dati inferiori rispetto all’anno scorso. Nel primo mese dell’anno il saldo tra assunzioni e licenziamenti è positivo, ma la fine della decontribuzione totale sgonfia il boom. Il caso-voucher arriva in Parlamento (nella foto il presidente dell'Inps, Tito Boeri).
Lavoro, frenano i contratti stabili
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Rallenta a gennaio la crescita dell’occupazione stabile, e tra i motivi c’è la fine dello sgravio totale sui contributi previsto per il 2015: nel primo mese di 'taglio' dell’incentivo (da inizio 2016 è del 40 per cento e ha valore biennale anziché triennale), i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati sono stati - comprese le trasformazioni 156.794 a fronte di 119.075 cessazioni, con un saldo positivo per 37.719 unità. È il 58 per cento in meno rispetto al boom che si registrò a gennaio 2015. Tutto «prevedibile» secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, «lapalissiano» per il presidente del Consiglio Matteo Renzi. La fotografia scattata dall’Inps porta in evidenza un altro dato significativo, il balzo del 36,4 per cento dei voucher. Un tema che focalizza l’attenzione del Parlamento, che chiede maggiori controlli al ministero del Lavoro. E Poletti ha assicurato che sono pronti strumenti per 'tracciare' l’uso dei voucher, a partire dalla comunicazione via sms dell’attivazione. È il dato però sui contratti stabili a catturare l’attenzione. Per il governo e la maggioranza nes- suna tragedia (molte aziende si sono affrettate ad assumere a dicembre 2015 quando ancora potevano godere della decontribuzione totale e triennale), per l’opposizione invece è la prova che la «bolla» si sta sgonfiando. I numeri dei prossimi mesi faranno chiarezza. Nel dettaglio, il saldo tra attivazioni e cessazioni a gennaio 2016 è minore rispetto all’anno scorso anche se si guarda al totale dei rapporti di lavoro subordinato (compresi quindi i contratti a termine). Allo stesso tempo, però, va detto che si riducono in modo consistente anche le cessazioni (sia totali, meno 18,3 per cento, sia quelle a tempo indeterminato, meno 14,1%). La diminuzione dei licenziamenti è da ascrivere in parte anche al fatto che non conviene mandare via una persona assunta con l’incentivo della decontribuzione. L’Inps ha inoltre rivisto al rialzo i dati diffusi in precedenza calcolando in 1.547.935 le assunzioni stabili fatte con gli sgravi nel 2015 (1,44 milioni il dato diffuso prima), proprio grazie al boom di dicembre, quando sono stati attivati o trasformati quasi 400mila contratti. Come detto desta una certa preoccupazione la vendita dei voucher, i buoni-lavoro per prestazioni occasionali dal valore nominale di 10 euro, disponibili anche in tabacchino, per diversi osservatori una nuova frontiera del precariato che nei fatti nega anche il senso generale del Jobs act varato dal governo Renzi. Solo a gennaio sono stati staccati 9,2 milioni di buoni (più 36,4 per cento), i due terzi dei quali continuano ad essere venduti al Nord. «Tra pochi giorni – ha detto Poletti – ci sarà un correttivo. Verrà introdotta una norma sulla tracciabilità dei voucher. Chi li usa deve mandare mail o sms per dichiarare che li sta usando». Altrimenti, ha spiegato, si fa la fine del «biglietto dell’autobus: si compra, si tiene in tasca e poi si usa quando arriva il controllore».
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