martedì 17 marzo 2020
Il provvedimento appena varato, oltre a offrire un utile sostegno alle famiglie, è anche un incentivo all’emersione di colf, badanti e baby sitter in nero
Monica Archibugi, fondatrice della start up "Le Cicogne"

Monica Archibugi, fondatrice della start up "Le Cicogne" - "Le Cicogne"

COMMENTA E CONDIVIDI

Si stima in circa un milione e 200mila gli operatori in nero tra colf, badanti e baby sitter secondo il rapporto sul lavoro domestico di Domina e Fondazione Moressa. Il lavoro nero nel settore coinvolge circa il 60% dei lavoratori. I 900mila regolari censiti dall’Inps rappresentano il 42% del totale. La loro emersione comporterebbe per lo Stato un incasso di 1,4 miliardi di di euro di contributi l’anno e 645 milioni di Irpef, in totale oltre tre miliardi di euro.

Oltre ad un aumento delle richieste da parte delle famiglie di servizi di baby-sitting, sul portale della start up “Le Cicogne” è stato registrato in due settimane un raddoppio delle baby sitter disponibili di oltre 3mila unità (su un totale di iscritti di circa 80mila). Inoltre, nel mese di marzo si è registrato un + 100% di rapporti di lavoro regolarizzati. In alternativa al congedo parentale che prevede un’indennità pari al 50% della retribuzione e destinato ai dipendenti del settore privato, il provvedimento Cura Italia appena varato dal governo introduce anche un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo complessivo di 600 euro da utilizzare per prestazioni effettuate. È importante sottolineare, tuttavia, che il bonus può essere erogato solo ai servizi di baby-sitting con regolare contratto di lavoro, ossia a tutti quei rapporti regolarmente registrati all’Inps. Per le famiglie in regola è utile ricordare che il provvedimento prevede anche la sospensione di contributi e i versamenti previdenziali e assistenziali dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovuti dai datori di lavoro domestico in scadenza dal 23 febbraio al 31 maggio 2020. «Si tratta di una doverosa precisazione – spiega Monica Archibugi, fondatrice de "Le Cicogne" - vista la grande diffusione e deleteria pratica del lavoro nero nell’ambito del lavoro domestico in Italia. Il provvedimento, quindi, potrebbe portare ad un duplice beneficio: offrire una forma di sostegno economico alle famiglie e allo stesso tempo incentivare l’emersione del lavoro nero nel settore favorendo la stipula di regolari contratti di lavoro. E’ il momento di mettere in regola il lavoro domestico».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: