mercoledì 29 aprile 2020
Un supporto concreto per fronteggiare la crisi sanitaria ed economica a favore degli 860mila lavoratori del comparto
Una collaboratrice domestica a lavoro

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Scende in campo la bilateralità nel lavoro domestico in attesa del varo del prossimo decreto legge che disponga misure ad hoc di supporto agli 860mila lavoratori regolari del comparto dei servizi esclusi dal sostegno al reddito disposto dal Cura Italia per fronteggiare gli effetti della pandemia. Le parti sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e le associazioni datoriali di settore Fidaldo e Domina, con grande senso di responsabilità, hanno convenuto di rispondere ai numerosi bisogni del comparto con prestazioni sanitarie integrative legate all’emergenza Covid-19 con uno stanziamento pari a sei milioni di euro erogate attraverso la cassa di assistenza sanitaria integrativa di settore Cassa Colf con decorrenza dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020.

Beneficiari delle prestazioni sono tutte le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla bilateralità di settore. I dettagli dell’offerta sanitaria sul sito web della cassa sanitaria (www.cassacolf.it) tradotti in diverse lingue per rispondere alla multiculturalità presente nel comparto dove la componente italiana rappresenta solo il 28,6% con una forte presenza di lavoratori stranieri e immigrati e per circa il 90% donne.

In aggiunta a quanto messo a disposizione a titolo di indennità Covid-2019 mediante la convenzione con UniSalute, Cassa Colf erogherà un’ulteriore indennità di 40 euro per massimo 14 giorni ai lavoratori che hanno figli minorenni conviventi, e lo stesso importo anche a chi è assoggettato a regime di isolamento domiciliare e rimborserà le spese sostenute per l’acquisto di materiale sanitario per un importo massimo pari a 200 euro. In caso di visite mediche domiciliari o extra domiciliari la Cassa comparteciperà alle spese con un rimborso pari sino a 100 euro.

La Cassa erogherà inoltre un importo di 200 euro a titolo di una tantum, ai lavoratori e alle lavoratrici aventi prole convivente, a sostegno delle spese riconducibili alla genitorialità, dall’istruzione ai bisogni primari dei figli fino al compimento del diciottesimo anno di età. Riconosciuto anche un sostegno psicologico con un importo pari a euro 400.

Per le parti sociali «si tratta di un supporto concreto destinato ai lavoratori domestici per fronteggiare gli effetti della crisi sanitaria ed economica generata dalla pandemia». E ancora «il nostro auspicio è che l’atteso decreto Aprile disponga, così come anticipato dal ministro del Lavoro Catalfo, misure ad hoc che sanciscano il superamento della discriminazione operata con il decreto Cura Italia con l’esclusione dei lavoratori domestici tra i destinatari degli ammortizzatori sociali dedicati a fronteggiare l’emergenza». Le parti ribadiscono «l’urgenza di rafforzare l’intervento normativo verso l’inclusione di intere platee di addetti che sono rimaste fuori dal provvedimento, tra cui i lavoratori domestici, categoria tra le più fragili del mercato del lavoro italiano esclusa dalla tutela del reddito e dal divieto di sospensione dei licenziamenti».

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