martedì 5 gennaio 2016
Il 75% dei dipendenti si attende nel nuovo anno migliori risultati per la propria azienda. Ma solo il 42% si aspetta un aumento di stipendio e solo il 44% un bonus finanziario (nella foto Marco Ceresa, ad di Randstad Italia).
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Il 51% dei lavoratori italiani si aspetta che la situazione economica nel Paese migliori nel 2016, il 14% in più rispetto a un anno fa (quando gli ottimisti erano appena il 37%), una variazione che segna il ritorno alla fiducia nel futuro da parte dei dipendenti delle aziende della penisola, dopo il crollo registrato un anno fa con appena il 37% di ottimisti. Un'importante inversione di tendenza, anche se la prospettiva italiana verso la ripresa dell'economia resta meno positiva della media globale (58%) e in Italia circa metà dei lavoratori non è ancora fiducioso.La ripresa dell'ottimismo si riflette anche nel giudizio dei lavoratori sullo stato di salute dell'azienda in cui sono impiegati. È positiva la valutazione dei risultati del datore di lavoro nell'anno appena trascorso: il 61% dei lavoratori italiani ritiene che la situazione finanziaria dell'azienda nel 2015 sia migliorata rispetto all'anno precedente (19esima posizione su 34 Paesi nel mondo). Ed è ancora meglio la prospettiva del nuovo anno: il 75% dei dipendenti prevede risultati economici migliori per il datore di lavoro nel 2016 rispetto all'anno appena concluso, un giudizio che colloca l'Italia all'8º posto globale quanto a fiducia nella salute della propria azienda. Nonostante le buone prospettive generali, però, solo il 42% dei lavoratori italiani si aspetta di ricevere un aumento di stipendio (+3% in un anno), lontano dal 51% della media globale. E solo il 44% attende un bonus finanziario (-1% in un anno), rispetto al 48% della media globale.Sono le previsioni del Randstad Workmonitor, l'indagine sul mondo del lavoro realizzata nel quarto trimestre 2015 in 34 Paesi del mondo da Randstad, secondo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane. La popolazione di riferimento dello studio è costituita dalle persone con età compresa tra i 18 e i 67 anni che lavorano per almeno 24 ore alla settimana e che percepiscono un compenso economico per questa attività. In Italia sono state condotte oltre 405 interviste a lavoratori dipendenti."Il Randstad Workmonitor presenta un quadro complessivamente più sereno per il 2016 - afferma Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia -. Nelle prospettive economiche per il Paese, l'Italia fa registrare uno dei più significativi progressi al mondo, collocandoci lontano dal pessimismo radicale del 2015, anche se va sottolineato come ancora metà dei lavoratori non esprima fiducia nella ripresa del quadro economico. Se i giudizi sulle condizioni del Paese e sullo stato delle imprese esprimono una sensibile inversione di tendenza, questa ancora non si vede nelle prospettive economiche 'personali' degli italiani. Le previsioni di aumenti o bonus infatti non evolvono in proporzioni coerenti alla ripresa della fiducia nel mercato".Nonostante l'incremento degli ottimisti, con il 51% di lavoratori che si aspetta un miglioramento economico del Paese nel 2016, l'Italia si colloca ad un modesto 21° posto nella classifica dei 34 Paesi oggetto di indagine. A livello globale, il 58% dei dipendenti si dice positivo, la stessa percentuale dello scorso anno. Il Paese più ottimista è l'India (90%), seguito da Brasile (89%), Messico e Spagna (88%), mentre in coda alla graduatoria si collocano Cile e Grecia (rispettivamente con il 35% e 19%). Analizzando il trend rispetto a un anno fa, il segno negativo contraddistingue la media dell’America Latina (-21%), in particolare per il crollo di due Paesi che un anno fa godevano di uno status eccellente: Cile (-55%) e Argentina (-35%). Pur rimanendo su valori sopra media globale, anche l’Asia presenta un saldo leggermente sfavorevole (-4%). Mentre l’Europa nel complesso mostra segnali di miglioramento (+4%), con una prospettiva più favorevole in 11 Paesi europei su 19.A livello globale, il 62% dei lavoratori ritiene che il risultato economico della propria azienda nel 2015 sia stato migliore dell’anno precedente. Più di tutti, ne sono convinti i lavoratori di India (86%), Cina (77%), Usa (76%), Spagna (71%). L'Italia, con il 61% si colloca in posizione intermedia, al 19° posto su 34 Paesi. E la fiducia dello stato di salute della propria impresa viene confermata nel 2016 nel mondo dal 71% di lavoratori che prevedono un andamento finanziario in crescita. In prima fila ci sono Messico (96%), Brasile e India (94%), Portogallo (92%). In questo caso, i lavoratori italiani, ottimisti nel 75% dei casi, sono all'8°posto nella classifica mondiale.Nel 4° trimestre 2015 la fiducia di trovare un posto di lavoro pari a quello attuale scende di sei punti percentuali rispetto al trimestre precedente ed è espressa dal 44% dei lavoratori italiani, inlinea con quanto osservato alla fine dello scorso anno (50%). A livello congiunturale è in calo di 5 punti anche la fiducia di trovare un lavoro diverso da quello attuale, che raggiunge il 41%, anche in questo caso in linea con la rilevazione tendenziale (40% nel 4° trimestre 2014).Il Randstad Mobility Index, che fotografa la probabilità di un lavoratore di cambiarelavoro entro i prossimi sei mesi, si assesta al valore di 106 nel 4° trimestre 2015, rispetto a 100 un anno fa, confermando il trend di crescita, seppur altalenante, iniziato due anni fa. Il 25% dei lavoratori ha cambiato lavoro negli ultimi sei mesi, in crescita rispetto al 22% di un anno fa.Si conferma stabile al 9% dei lavoratori la paura di perdere il lavoro attuale, senza variazioni di rilevo tra donne e giovani, i segmenti che già un anno temevano di più di perdere il posto. Il 10% dei dipendenti italiani sta ricercando attivamente un nuovo lavoro, due punti in meno rispetto al trimestre scorso, un punto in meno rispetto a un anno fa, senza variazioni di rilevo per genere ed età.
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