Un operaio esperto a lavoro - Ansa
Rimettersi in gioco dopo una emergenza sanitaria può rappresentare delle criticità soprattutto per i lavoratori over 50, sia nell’adattarsi ai nuovi modelli organizzativi presenti nella propria azienda sia nell’affacciarsi sul mercato del lavoro in cerca di nuove opportunità. Randstad RiseSmart, la divisione specializzata nel career management di Randstad, ha stilato un elenco di nove suggerimenti per aiutare i lavoratori over 50 a ripartire e a cogliere le opportunità che, pur in un momento difficile, il mercato del lavoro continua a offrire. «La pandemia ha accelerato un fenomeno già in corso da qualche anno – afferma Arnaldo Carignano, Head of Career Transition Randstad RiseSmart –. La fine delle carriere lineari, interamente spese nella stessa azienda, e la normalizzazione di un percorso fatto di diverse “transizioni” da un lavoro all’altro. Una tendenza che finora aveva riguardato soprattutto i più giovani e che sta cominciando anche a diffondersi nel segmento dei lavoratori senior. Un lavoratore over 50 ha il vantaggio di una solida esperienza lavorativa alle spalle, ma è importante essere consapevoli dei punti di forza e di debolezza del proprio profilo, intervenendo per aggiornare o sviluppare le competenze più richieste per il proprio ruolo e settore. Curare il proprio personal branding, sfruttando le precedenti esperienze di lavoro e i canali social per coltivare un network di relazioni professionali di qualità. Imparare a comunicare ciò che realmente trasmette il proprio valore al potenziale recruiter, cioè i risultati ottenuti sul lavoro, come sono stati raggiunti e cosa saremo in grado di fare domani per il nostro nuovo datore di lavoro».
1. Lavora sull’autoconsapevolezza. La consapevolezza di se stessi consente di capire quali sono le proprie abilità e quali invece gli aspetti che bisogna migliorare. Analizzare il proprio percorso professionale e comprendere quali competenze tecniche e trasversali si possiedono aiuta a ripensare le proprie priorità professionali e identificare nuovi obiettivi e nuovi sbocchi lavorativi.
2. Definisci i tuoi obiettivi professionali. Definire un obiettivo professionale non significa soltanto fissare una meta da raggiungere, ma soprattutto scoprire le proprie ambizioni e cosa serve per realizzarle. Bisogna coltivare la curiosità verso se stessi e il proprio settore e soprattutto comprendere che la definizione di nuovi obiettivi è un processo che non può essere confinato all’inizio del proprio percorso professionale, ma deve essere costante e avvenire in qualsiasi momento della carriera.
3. Concentrati sulle tue soft skill. Oltre all’esperienza sul campo e alle competenze tecniche, le imprese ricercano sempre più lavoratori dotati di solide soft skill, le competenze sociali, umane e trasversali che maggiormente definiscono le caratteristiche personali di un collaboratore, come le abilità comunicative e decisionali, la creatività e l’autonomia. I nuovi modelli di gestione del lavoro e delle persone introdotti in seguito all’emergenza sanitaria hanno fatto emergere l’importanza di avere collaboratori proattivi, capaci di gestire il tempo, di comunicare e relazionarsi efficacemente con clienti, colleghi e superiori, di risolvere problemi con modalità alternative a quelle utilizzate in precedenza e di lavorare in team. Acquisire e allenare queste soft skills può dare la spinta professionale necessaria per incontrare nuove opportunità.
4. Impara a comunicare il tuo valore. Che sia sui tuoi account social, nel curriculum vitae o durante un colloquio di lavoro, a fare la differenza sarà la capacità di comunicare ciò che realmente trasmette il tuo valore agli occhi dell’interlocutore. Non limitarti a elencare le tue esperienze di lavoro, scegli le più rilevanti per il ruolo e il settore in cui vuoi posizionarti e per l’azienda per la quale ti stai candidando. E descrivi sinteticamente e concretamente le mansioni che hai svolto, i risultati che hai ottenuto e cosa hai fatto per raggiungerli. In questo modo sarà immediatamente chiaro cosa sai fare e in che modo puoi aiutare un potenziale cliente, collaboratore o datore di lavoro.
5. Costruisci e cura un network di relazioni professionali. Fare le domande giuste alle persone giuste della propria rete potrebbe aprire molte nuove opportunità. Il primo passo è stilare una lista di persone che vorresti contattare: puoi cominciare ripercorrendo le diverse tappe della tua carriera per riallacciare i rapporti con persone che ti hanno conosciuto e apprezzato. Poi prepara una Professional Value Proposition (PVP) che riassuma le tue competenze chiave, i risultati raggiunti e il tuo metodo di lavoro, per essere in grado di raccontarti velocemente ed efficacemente anche a chi non ti conosce. È fondamentale stabilire una modalità di contatto per ogni persona della tua lista, con alcuni potrai organizzare direttamente un pranzo o un aperitivo, con altri sarà meglio iniziare con un messaggio su LinkedIn o una mail. Infine, l’elemento più importante: non avere fretta di proporti o “vendere” qualcosa, una relazione professionale e umana deve nascere spontaneamente per trasformarsi in un’opportunità di valore per entrambe le parti coinvolte.
6. Aggiorna le tue competenze. Il mercato del lavoro si evolve molto rapidamente e la pandemia, con il boom dello smart working e degli strumenti digitali, ha accelerato ulteriormente questa evoluzione. Per restare occupabili e con un profilo competitivo è necessario capire quali competenze sono e saranno più richieste per la nostra professione e per il settore di appartenenza. Se hai più di 50 anni, le competenze acquisite a scuola, all’università o nella prima parte della tua carriera sono inevitabilmente invecchiate; è necessario rinfrescarle o integrarle con corsi di formazione mirati a soddisfare le richieste del mercato. Segui i professionisti del tuo settore, analizza gli annunci di lavoro delle tue aziende target per individuare le skills richieste per il tuo ruolo e sfrutta le diverse piattaforme di e-learning disponibili sul mercato per formarti sulle competenze tecniche e trasversali che possono impressionare il potenziale selezionatore.
7. Sfrutta i social media per fare personal branding. I canali digitali sono un ottimo strumento per fare Personal Branding, cioè posizionarsi come un profilo esperto e competente nella propria mansione e nel proprio settore. Per costruire il proprio “brand professionale” è necessario diventare visibili e riconosciuti in rete, scrivendo articoli nei blog, pubblicando contenuti e opinioni di valore sui social network e, soprattutto, costruire una rete di relazioni professionali di qualità su LinkedIn. Anche in questo caso, analisi e concretezza sono le armi vincenti: racconta le tue competenze, il tuo percorso e i tuoi risultati con esempi concreti per distinguerti dai colleghi; collegati solo con persone in target, che siano realmente interessate ai tuoi temi e al tuo settore; interagisci con i tuoi collegamenti condividendo informazioni rilevanti, così da creare nuove relazioni e rafforzare il tuo brand.
8. Studia il mercato con costanza. Un errore comune è cercare nuove opportunità solo quando si perde il lavoro. Così facendo, si parte ogni volta da zero, col rischio di aumentare le difficoltà e prolungare il periodo di pausa. La ricerca del lavoro, invece, deve essere parte integrante del proprio percorso professionale e portata avanti con costanza. È importante studiare regolarmente il mercato per capire come evolvono le professioni del tuo settore, aggiornare le proprie competenze e svilupparne di nuove per non restare sorpreso dai cambiamenti, curare le relazioni professionali con ex colleghi, fornitori e clienti e con i propri contatti anche non lavorativi (come le conoscenze personali, le associazioni di volontariato, culturali e sportive).
9. Preparati ad essere sia “mentore” sia “allievo”. Nel tuo nuovo lavoro potresti ritrovarti con un recruiter, un capo o dei collaboratori più giovani. Sfrutta la tua ampia esperienza professionale per diventare un “mentore” dei collaboratori più giovani, soprattutto dal punto di vista della capacità progettuale, di gestione dei clienti e di quei “trucchi del mestiere” che si acquisiscono soltanto con l’esperienza. Ma allo stesso tempo sii aperto anche al “reverse mentoring”, un fenomeno sempre più diffuso nelle aziende per il quale sono i lavoratori più giovani a “istruire” i colleghi più esperti, soprattutto per quanto riguarda le competenze digitali o l’uso di tool e strumenti tecnologici particolari, con i quali generalmente hanno maggior dimestichezza.