mercoledì 3 dicembre 2014
E a un anno dalla laurea un terzo è senza occupazione. Uno su venti emigra, soprattutto all’estero. Aumentano coloro che avviano una start up. Donne penalizzate nelle assunzioni e nelle mansioni.
Laureati, lavoro instabile tra tempo determinato e stage
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Tempi difficili per i giovani sul mercato del lavoro anche in Lombardia. Dal 2009, anno d’inizio della crisi, tra i giovani con età compresa tra 15 e 29 anni è aumentato il numero dei disoccupati (passano dal 9% al 20,1%)  mentre sono diminuiti gli occupati a tempo indeterminato (dal 55,7% al 45,4%). Un peggioramento che riguarda soprattutto i giovani che non proseguono gli studi oltre la scuola dell’obbligo ma che inizia a colpire anche quelli con livelli di istruzione più elevati: secondo il rapporto Specula 2014, il 30% dei laureati in Lombardia a un anno dalla laurea è senza lavoro. Chi è occupato, lo è con contratti non stabili: solo il 10,2% è a tempo indeterminato e circa uno su undici in apprendistato (8,8%) mentre è il tempo determinato il contratto più diffuso (13,1%), seguito dallo stage/praticantato (10,4%) e dalle collaborazioni (5,2%). Circa un laureato su venti (5,1%) poi lavora tra l’estero e fuori regione o sceglie di diventare imprenditore (4,4%) o lavoratore autonomo (6,8%, +41,4% in due anni). Aumenta anche il tempo per trovare lavoro, passa dai 151 giorni per il 2012 ai 163 giorni del 2013. Il rapporto Specula è realizzato da Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano grazie al contributo di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Camera di commercio di Milano in partnership con province e università lombarde.Un mercato del lavoro difficile, in cui l’offerta supera la domanda e si preferiscono i laureati magistrali ai triennali, i primi più occupati o con contratti più stabili, e gli uomini alle donne, che a parità di qualifica vengono inserite più spesso in attività d’ufficio (25,5% contro 17,8% degli uomini) e in attività esecutive nel commercio (14,7% contro 7,9%); in media le donne più degli uomini iniziano a lavorare ancora prima di laurearsi, ma nel complesso sono meno occupate.Ma qualche segnale positivo c’è: la tenuta del numero dei laureati e degli immatricolati nelle università lombarde, con un orientamento verso le lauree più forti; la crescita dell’inserimento di laureati nella manifattura, settore che tradizionalmente in Italia ricorre poco a forza lavoro ad elevata qualifica; l’aumento dei neolaureati che trovano uno sbocco lavorativo come imprenditori.Lo stage è la prima modalità di ingresso nel mondo del lavoro (28%, +6,4 punti percentuali in tre anni), seguito dal tempo determinato (24,6%). In alcune attività, come il settore editoriale e il finanziario assicurativo, sono stage quasi il 40% degli avviamenti. Per oltre un laureato under 30 su quattro lo stage, quindi, è la prima esperienza post laurea ma solo il 16,8% viene trasformata in un contratto stabile. La trasformazione dello stage in contratto stabile è più probabile per gli uomini, per i laureati magistrali, per i laureati in ingegneria e materie scientifiche e per chi lo stage lo aveva presso un’impresa manifatturiera, ICT o grandi società di consulenza. Il dato migliora nel medio periodo: a quattro anni dalla laurea il 58,1% dei laureati avviati con uno stage ha un contratto stabile. I neolaureati lombardi diventano imprenditori: gli startupper passano da 993 a 1.201 tra 2012 e 2013. Sono soprattutto uomini (60%), laureati in economia, architettura ed ingegneria, e aprono una impresa individuale o srl semplificata in particolare nei servizi alle imprese e commercio."La strada obbligata per il nostro Paese è quella di innovazione delle produzioni, di aumento di produttività, di esplorazione di nuovi ambiti di sviluppo, e per fare questo si deve disporre di lavoratori ad alte competenze - spiega l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea -. Inoltre Expo è un'occasione unica per la Lombardia e per l'Italia per attrarre intelligenze: una vetrina per le nostre eccellenze, non solo turistiche ed enogastronomiche, ma legate alle produzioni e ricerche di alto livello, dalla scienza della vita, all'Ict, dalle nanotecnologie all'energia rinnovabile"."La crisi che stiamo vivendo continua a mordere il lavoro in particolare quello dei più giovani, anche tra i più qualificati, e quello delle donne - ha dichiarato Umberto Bellini, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano -. Il rapporto Specula, che segue l’andamento occupazionale dei laureati lombardi, ci dice che rallenta la capacità del nostro territorio di offrire opportunità di lavoro stabili e adeguate al livello di istruzione che il nostro sistema universitario garantisce. E sono sempre più numerosi i giovani che per trovare lavoro si rivolgono ormai al mercato estero. Puntare sul capitale umano e sulla capacità dei giovani di essere motore di crescita ed innovazione è invece uno degli elementi da promuovere per fare ripartire Milano e la Lombardia". Le lauree che offrono più possibilità. Anche se in rallentamento, sono ancora gli indirizzi di ingegneria (con il 65% dei laureati avviati entro un anno), economia (57%), umanistico- formativo, politico sociale, scientifico-tecnico e paramedico (tra il 40% e il 50%) quelli che garantiscono migliore capacità occupazionale.Gli avviamenti sono stati 62.512 nel 2013, -1,3% rispetto al 2012 e -7,4% rispetto al 2010 mentre gli avviati, quasi 40mila, diminuiscono rispettivamente del 2,4% e 10,4%. Il maggior numero di avviati sono nei servizi alle imprese (16.536), nella sanità ed istruzione (7.967),  nei servizi alle persone (5.420) e nella manifattura (5.327) che è anche l’unico settore che accresce tra 2012 e 2013 l’inserimento di laureati (+245 avviati). Fanno bene in particolare industria della moda e del design, chimica e farmaceutica, la meccanica in alcuni territori (particolarmente Bergamo), trainati dall’export in crescita. Nel 2013 calano soprattutto sanità e istruzione specialmente nel settore pubblico, alloggio e ristorazione e servizi alle imprese nel settore privato, mentre le attività no profit nel complesso registrano il calo percentuale di avviati più significativo (-7,2).Chi assume? Soprattutto le imprese con oltre 250 dipendenti (28% dei datori di lavoro) e le piccole con meno di 50 dipendenti (30%) anche se per queste ultime diminuiscono avviati ed avviamenti.Sono stati circa 50mila i laureati in Lombardia nel 2012 e sono in crescita, +1,8% nelle università statali e +4,6% in quelle private contro un trend negativo a livello nazionale. Circa un quinto proviene da altre regioni. Circa uno su venti (4,3%) è cittadino straniero, una presenza in crescita, nel 2011 erano circa il 3,8%. Le donne sono in media il 57% dei laureati e in alcuni indirizzi come i servizi sociali, scienza dell’educazione, traduzione, lingue straniere, psicologia e beni culturali superano l’80%.
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