venerdì 17 maggio 2024
A sancirlo è la legge n. 55/2024 che delinea anche i compiti, le competenze e i requisiti. Solo per gli educatori, parliamo di circa 250mila professionisti
Il giuslavorista Giovanni Costantino

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Dall'8 maggio i pedagogisti e gli educatori professionali socio-pedagogici hanno il proprio Ordine professionale. A sancirlo è la legge n. 55/2024 che delinea anche i compiti, le competenze e i requisiti per l’esercizio della professione. Solo per gli educatori, parliamo di circa 250mila professionisti e di 12mila neolaureati che ogni anno escono da 42 corsi di laurea in Scienze dell’Educazione.

«Si tratta di un riconoscimento ufficiale delle professioni pedagogiche ed educative atteso da tempo e che finalmente allinea l’Italia agli standard europei - spiega l'avvocato Giovanni Costantino dello studio Costantino&partners -. L’istituzione dell’Ordine professionale per i pedagogisti e gli educatori socio-pedagogici darà maggiore dignità a figure professionali che svolgono da anni un ruolo chiave nei presidi e nei servizi socioassistenziali e sociosanitari, senza sovrapporsi alla diversa funzione dell’educatore sociosanitario appartenente alla differente area delle professioni sanitarie della riabilitazione». La recente legge, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, prevede che questo nuovo ordine sia articolato su base regionale e che il compito di provvedere alla formazione concreta degli albi sia affidato a un commissario, nominato dal presidente del Tribunale dei capoluoghi delle regioni e delle province autonome entro il prossimo 8 giugno, individuato tra i magistrati in servizio. In fase di prima attuazione, l'iscrizione ai nuovi albi è consentita, a partire dalla data di nomina del commissario, a tutti coloro che siano attualmente in possesso dei requisiti per l'esercizio delle relative professioni.


«Si tratta di un riconoscimento molto importante, che i pedagogisti attendevano da oltre 30 anni - chiarisce il giuslavorista -. Per quanto riguarda gli educatori, invece, l’istituzione dell’albo è stata accolta tiepidamente, in quanto le relative associazioni di categoria attendevano piuttosto interventi di unificazione tra il profilo socio-pedagogico e quello sociosanitario. L’educatore professionale socio pedagogico opera principalmente negli ambiti socioeducativi e assistenziali (scuole, istituti per minori, Centri diurni eccetera), presso i quali può essere impiegato in progetti, interventi e servizi educativi e formativi. Può, inoltre, operare anche presso i servizi sociosanitari, seppur limitatamente agli aspetti educativi. Proprio quest’ultima precisazione costituisce un forte limite all’utilizzo di questa figura in ambito sanitario. Non trattandosi, infatti, di personale della riabilitazione, è necessario che le istituzioni valorizzino, anche economicamente, le prestazioni di questi professionisti, così da assicurarne la stabile presenza nei singoli presidi».

Per diventare pedagogista, è innanzitutto necessario possedere una delle lauree, specialistiche o magistrali, previste dalla legge 55/2024 (classi 56/S, LM-50, 65/S, LM-57, 87/S, LM-85, 87/S, LM-93), oppure della laurea in Scienze dell'educazione o in Pedagogia conseguita nel vecchio ordinamento. La professione, inoltre, può essere svolta anche da docenti universitari, nonché da altri specifici soggetti che, a determinate condizioni, abbiano già hanno svolto in passato la funzione di pedagogista sulla base della previgente normativa. Per l'esercizio della professione, sarà inoltre necessaria l'iscrizione all’albo, una volta che lo stesso sarà operativo, previo accertamento delle competenze professionali acquisite durante il tirocinio che, tuttavia, saranno valutate prima della discussione della tesi.


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