sabato 27 dicembre 2008
Coldiretti: ha vinto il made in Italy. Ogni famiglia ha speso in media 104 euro, 12 in meno del 2007.
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Il temuto crollo dei consumi alimentari non c’è stato. Tra il cenone della vigilia e il pranzo le oltre 23 milioni di famiglie hanno fatto la spesa senza lesinare troppo, nonostante i tempi d’austerità, spendendo oltre 2,5 miliardi di euro, secondo il bilancio dei consumi di Coldiretti. Con un carrello, all’insegna del «made in Italy», così ripartito: 900 milioni di euro per carni o pesce, 400 milioni per primi piatti e condimenti, 500 milioni per dolci e panetteria, 300 milioni per vini e spumanti (120 milioni le bottiglie di «bollicine» per le feste di fine anno; 98% made in Italy), 200 milioni per salumi e formaggi e 200 milioni per frutta fresca o secca. Non è stato un Natale opulento quindi, ma neanche tanto «freddo» sotto il profilo dei consumi alimentari. Gli acquisti, secondo le stime della Cia, «hanno registrato sì un calo, in quantità, tra l’1 e l’1,5%, ma la spesa, a causa degli aumenti dei prezzi, è aumentata dell’1,8% rispetto allo scorso anno, fino ad un totale di circa 3 miliardi». «Il crollo non c’è stato», quindi, secondo la confederazione. L’unico vero stop si è verificato alle «spese folli» per salmone, ostriche, caviale, e frutta esotica che si sono centellinati nei banchi­vendita. Una buona performance si è invece avuta dai vini made in Italy, soprattutto i rossi. Secondo le stime della Cia, le bottiglie stappate sono in crescita dell’1,8% rispetto allo scorso anno. Bene anche gli spumanti che hanno registrato un aumento negli acquisti del 2,1%. E nella corsa verso il Capodanno, afferma uno dei massimi esperti del settore, l’enologo Mattia Vezzola, «le bollicine italiane sono le assolute protagoniste di queste ricorrenze, qui e nel resto d’Europa. Nell’ambito di questa scelta, ci si orienta decisamente verso l’eccellenza». Anche il dopo-pasto è quest’anno «all’italiana«: per la grappa «sembra che le vendite stiano tenendo», sottolinea il presidente dell’Istituto Nazionale Grappa Cesare Mazzetti. Dopo le scorpacciate della veglia e del Natale, secondo Telefono Blu, il dato meno digeribile è che «gli italiani si sono già bruciati oltre 2/3 dei 48 miliardi di tredicesime e stipendi (per doni, viaggi e pranzi-cene oltre 16 miliardi; per carburanti oltre 1 miliardo; altri 15 circa per tasse, mutui e bollette). Fra cenone e pranzo di Natale ogni famiglia ha speso in media 104 euro, 12 in meno dello scorso anno. «Acquisti alimentari stabili», secondo Codacons; discorda Contribuenti.it, secondo cui, per effetto dello sciopero della pasta di grano duro, il consumo di questa «è calato del 58,2 rispetto al Natale scorso». All’indomani della festa, comunque, sette italiani su 10 si dichiarano «vittime dello stress natalizio», secondo l’Aduc. E «un terzo della spesa alimentare delle festività rischia di finire nella spazzatura – afferma la Coldiretti – per un valore di 800 milioni di euro, secondo dati Adoc. Ma non tutto va perduto, mille le ricette anti-spreco con gli avanzi, dalle polpette alla frittata di pasta. All’insegna del gusto, senza spese aggiuntive.
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