mercoledì 9 dicembre 2015
Il rapporto contiene la graduatoria retributiva delle 20 regioni e delle 110 province, suddivise in tre "fasce di merito". In testa Milano e la Lombardia, in coda il Sud e le Isole.
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La scelta di un posto di lavoro è soggetta a valutazioni basate anche sulla sede di lavoro: ad ogni territorio corrisponde un tessuto di aziende diverso, settori ed opportunità differenti. Tale contesto determina differenze tra la retribuzione che un lavoratore, a parità di professione, percepisce in una provincia piuttosto che in un'altra. È questo il focus del report Jp Geography Index 2015 dell’Osservatorio Jobpricing. Il report ha l'obiettivo di far luce sulle retribuzioni relative all'intero territorio italiano, individuando un valore di riferimento per ogni provincia. Con la classifica, l’Osservatorio Jobpricing vuole tentare di fornire indicazioni su quali sono i territori dove un lavoratore può cogliere opportunità di crescita retributiva.Jp Geography Index 2015 si basa sulle rilevazioni effettuate dal sito www.jobpricing.it nel corso del 2014 e del 2015. Confronta il tuo stipendio è stato utilizzato da circa 350mila utenti, e le osservazioni sulle quali è stata costruita la graduatoria sono oltre 140mila. Le classifiche sono state elaborate tenendo esclusivamente come riferimento la retribuzione annua lorda (Ral).Dall’analisi dei dati emerge che la Lombardia è la regione con le retribuzioni medie più alte, seguita da Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Al Centro svetta il Lazio, che si colloca 4° nella graduatoria per regione. Le Ral medie del Sud e Isole sono invece più basse del dato medio nazionale e occupano gli ultimi posti della classifica, con in coda Sardegna, Basilicata e Calabria.Milano è sicuramente la provincia “meglio pagata”: la retribuzione media è di 34.508 euro, un notevole stacco dalla seconda in classifica, Bolzano, con 32.897 euro. Roma è all’undicesimo posto, con una Ral pari a 30.126 euro, un valore molto alto rispetto alle altre province della regione che occupano la seconda metà della classifica (Latina al 52° posto, con 27.258 euro, seguita nell’ordine da Viterbo al 63° posto, Frosinone al 73°e Rieti al 79°) e che risolleva il dato medio regionale. La dinamica secondo cui il capoluogo di regione è anche la provincia meglio pagata sembra confermata anche per le altre regione, a eccezione di cinque: Trentino-Alto Adige, dove Bolzano occupa la seconda posizione della classifica nazionale, mentre Trento solo la 12°; Veneto, in cui le province con una Ral maggiore di Venezia sono, nell’rodine, Verona, Vicenza e Treviso; Emilia-Romagna, dove Parma, Reggio Emilia e Ravenna antecedono Bologna; Marche, con Ancona 24° nella classifica nazionale e Pesaro Urbino 17°; Umbria, dove Terni stacca di 14 posizioni Perugia, ferma all’82° posto.Mario Vavassori, presidente di Jobpricing asserisce che "l’'Italia dei campanili' emerge anche da questi dati. Due riflessioni interessanti nascono spontanee: la correlazione tra il reddito da lavoro dipendente e il costo della vita e i nuovi scenari nel campo delle relazioni industriali. Il caro vita del Nord Italia, maggiore di quello del Centro-Sud, rispecchia in parte questa differenza delle retribuzioni, soprattutto nel caso di lavoratori dipendenti del privato. Inoltre si fa sempre più strada una concezione del lavoro “individuale” che probabilmente i sistemi di tutela rappresentati dai contratti nazionali e gestiti dai rappresentati istituzionali (sindacati e associazioni imprenditoriali) non sono in grado di comprendere e di valorizzare".
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