Non
è un caso, allora, se l’Italia, lo scorso anno, ha registrato il nuovo minimo
storico di nascite: 515mila bimbi nati, 12mila in meno rispetto al minimo
storico del 1995. Un record negativo che ci rende uno dei Paesi più vecchi al
mondo: con 151,4 persone over-65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni,
l’Italia ha uno degli indici di vecchiaia più alti al mondo. In Europa solo la
Germania ha un valore più alto (158) mentre la media Ue28 è 116,6.
In
un contesto in cui risulta in calo anche la spesa sociale dei comuni (-1% nel
2011), un elemento di speranza è la possibilità di vedere il Pil tornare
positivo nel 2014: +0,6% secondo la previsione Istat. Inoltre la quota di
persone appartenenti a famiglie in condizioni di grave deprivazione è scesa al
12,5%, pari a 7,6 milioni
di individui, dal 14,5% del 2012. Un “debole segnale positivo”, anche se in
generale, sottolinea l'Istat, "l'Italia è uno dei paesi europei con la
maggiore disuguaglianza nella distribuzione dei redditi primari, guadagnati
dalle famiglie sul mercato impiegando il lavoro e investendo i risparmi".Secondo l'Istat, un intervento di 15,5 miliardi di euro, pari all'1% del nostro Pil consentirebbe di ridurre consistentemente il tasso di povertà degli italiani.