Buone notizie sul fronte dell'occupazione. Il tasso di disoccupazione a febbraio scende al 10,9%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio. I disoccupati segnano un calo del 4,8% su base annua, pari a 143mila unità, mentre gli inattivi rimangono sostanzialmente stabili, aumentando dello 0,28% a 28mila unità. I disoccupati sono 2 milioni e 835mila.
ll tasso di disoccupazione di febbraio, spiega Istat, torna ai livelli di dicembre 2017, che rappresentano i minimi da agosto 2012 (quando era 10,8%). L'istituto di statistica parla di un "significativo incremento", rispetto a gennaio, dei dipendenti a tempo indeterminato (+54mila) e di una lieve crescita di quelli a termine (+4mila), mentre continuano a diminuire gli indipendenti (-39mila). La crescita degli occupati, sottolinea l'istituto di statistica, è determinata dalla componente femminile, mentre resta invariato il numero di uomini occupati. Su base annua si conferma l'aumento degli occupati, che salgono dello 0,5%, ovvero 109mila unità, ma in questo caso la crescita si concentra "esclusivamente tra i lavoratori a termine" (+363mila), mentre i permanenti rimangono stabili e calano gli indipendenti (-255mila).
In crescita invece il tasso di disoccupazione giovanile che a febbraio sale al 32,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a gennaio. Tenendo conto che dal calcolo del tasso di disoccupazione degli under 25 sono esclusi i giovani inattivi, i dati Istat di febbraio evidenziano un leggero aumento degli occupati rispetto al mese precedente, determinato, in particolare, da un significativo aumento degli occupati permanenti.
"Prosegue il percorso di stabilizzazione del mercato del lavoro, che dalla metà dello scorso anno registra un numero complessivo di occupati superiore ai 23 milioni" ha commentato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
Il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dell'1,7% nel 2017, l'aumento maggiore dal 2011, quando il reddito era salito del 2,5%, cresce anche la propensione al risparmio. La pressione fiscale nel 2017 è stata pari al 48,8%, in riduzione di 0,8 punti percentuali rispetto al 49,6% allo stesso periodo dell'anno precedente.
Il rapporto tra deficit e Pil dell'Italia è stato pari al 2,3% nel 2017, in miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente. L'Istat, che ha ritoccato al rialzo la stima dal precedente 1,9% di disavanzo, dopo la notifica di Eurostat di un impatto di 4,7 miliardi di euro sui conti del salvataggio delle banche venete. Il disavanzo del 2017 è superiore al 2,1% che era l'obiettivo fissato dal governo con il Def. Il debito pubblico dell'Italia, a fine 2017, risulta pari a 2.263 miliardi, ossia il 131,8% del Pil, contro il 131,5% stimato in precedenza.