Migliorano, nel secondo trimestre 2015, tutti gli indicatori sul mercato del lavoro. È quanto emerge dal nuovo comunicato trimestrale che l'Istat rilascia a partire da oggi nel quale le informazioni più recenti sulla domanda di lavoro da parte delle imprese e quelle sulla offerta di lavoro degli individui (queste ultime già pubblicate lo scorso 1 settembre) vengono presentate congiuntamente allo scopo di fornire una lettura più completa delle caratteristiche dell'occupazione e delle dinamiche in atto.L'occupazione stimata dall'indagine sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali è pari a 22 milioni 446mila persone, lo 0,5% in più del trimestre precedente (+103mila), corrispondente a un tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni pari al 56,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali. La crescita congiunturale degli occupati nel trimestre ha interessato entrambi i generi e, tra le diverse tipologie, soltanto i lavoratori dipendenti (+0,8%, pari a 137mila lavoratori in più equamente ripartiti tra l'occupazione a carattere permanente e temporaneo), mentre sono calati gli indipendenti (35mila unità, -0,6%).Il tasso di disoccupazione è salito lievemente al 12,4%,nella media del trimestre, diminuendo però fino al 12% a luglio. Il calo degli inattivi prosegue con maggiore intensità nel secondo trimestre dell'anno. Il calo tendenziale è di 271mila unità secondo i dati diffusi dall'Istat. "L'inattività si riduce soprattutto perché diminuiscono coloro che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare (371mila in meno di cui quasi due terzi tra i 55 e i 64 anni)". Un calo molto meno intenso interessa quantio cercano un impiego ma non sono immediatamente disponibili a lavorare (33mila in meno).L'Istat rileva che tra gli inattivi diminuiscono anche gli scoraggiati (-114mila in un anno), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni. Prosegue inoltre la forte riduzionedelle persone ritirate dal lavoro o non interessate a lavorare (-238mila), che in quasi nove casi su dieci coinvolge i 55-64enni ed è generata anche dall'innalzamento dell'età pensionabile. Le posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi sono aumentate dello 0,4% su base congiunturale e dello 0,8% su base annua, mentre il monte ore lavorate è cresciuto dello 0,9% e del 2,0%, rispettivamente; congiuntamente, le ore lavorate pro capite sono salite dello 0,6% in termini congiunturali e dell'1,4% su base tendenziale, in parte per la significativa discesa delle ore di cassa integrazione (Cig) (da 30,3 a 18,8 per mille ore lavorate). Sono infine nettamente aumentate le posizioni in somministrazione (+4,1% in termini congiunturali e +18,7% su base annua).Il tasso di posti vacanti nelle imprese con almeno dieci dipendenti rimane invariato sul trimestre precedente mentre aumenta di 0,1 punti percentuali rispetto al secondo del 2014. L'indice destagionalizzato del costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente segna una crescitacongiunturale dello 0,1%, sintesi di un incremento delle retribuzioni (+0,2%) e di una riduzione degli oneri (-0,3%). Il costo del lavoro registra una variazione positiva anche su base annua, pari a+ 0,9% (+1,3% per le retribuzioni e -0,2% per gli oneri). I diversi andamenti degli oneri e delle retribuzioni sono da attribuire anche agli esonericontributivi previsti dalla legge di stabilità 2015, finalizzati a incentivare le assunzioni a tempo indeterminato.Nel secondo trimestre del 2015, si è andato consolidando il moderato recupero dell'attività economica, con una crescita congiunturale del Pil dello 0,3%. La crescita è stata accompagnata da un miglioramento degli andamenti del mercato del lavoro sia in termini congiunturali che subase annua: sono infatti aumentati sia l'input di lavoro impiegato sia l'occupazione e, in misura modesta, nella prima parte dell'anno è tornata a crescere anche la produttività. Il recupero dell'occupazione è proseguito anche a luglio, con una crescita annua dell'1,1% (+235 mila unità) e dello 0,3% nel periodo maggio - luglio, al netto della stagionalità. Dal punto di vistasettoriale, nel secondo trimestre sono stati significativi sia il recupero congiunturale dell'occupazione nei comparti dei servizi più legati alla dinamica della domanda interna, sia i segnali positivi anche nelle costruzioni. Nell'insieme dell'economia l'aumento dell'occupazione ha riguardato prevalentemente i lavoratori dipendenti, a tempo sia indeterminato sia determinato, e interessa con particolare intensità anche il Mezzogiorno, particolarmente colpito dalla crisi in questi anni. Dal lato delle imprese, il maggiore utilizzo del lavoro è la sintesi di una crescita sia delle posizioni lavorative sia dell'intensità di utilizzo del lavoro: le ore lavorate pro capite hanno registrato unnetto incremento mentre si è decisamente ridotto il ricorso alla cassa integrazione. Segnali sulle prospettive della domanda provengono dall'intenso ricorso alle posizioni lavorative in somministrazione e da quella, lieve, dei posti vacanti su base annua. Sul versante delle retribuzioni, l'aumento tendenziale delle retribuzioni di fatto è risultato ampiamente superiore all'inflazione: prosegue dunque il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni al lordo delleimposte.Amici, parenti, conoscenti: è a loro che ci si rivolge per cercare lavoro. Ad attestare il ricorso a canali informali per trovare un impiego è l'Istat nel comunicato sugli indicatori del mercato del lavoro relativi al secondo trimestre del 2015. A rivolgersi alla cerchia di amici e parenti è, infatti, l'88,9% delle persone (+2,3 punti sul secondo trimestre del 2014) e questo valore, rileva l'istituto di statistica, tra i disoccupati più anziani e con basso titolo di studio. Tra i laureati la modalità di ricerca preferita, e in crescita, è invece l'invio del curriculum.Intanto nel secondo trimestre del 2015 l'occupazione nell'area euro è aumentata dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,2% nell'Unione europea. Su base annua l'incremento è dello 0,8% nell'eurozona e dello 0,9% nella Ue. Èquanto emerge dai dati diffusi dall'Eurostat.Fra gli Stati membri i maggiori incrementi dell'occupazione sono stati segnati da Portogallo (+1,3%), Grecia (+1,2%) e Irlanda e Spagna(+0,9%). In Italia l'aumento è stato dello 0,2%. In calo, invece, l'occupazione in Finlandia (-0,3%) e nel Regno Unito (-0,2%).