Italiani bocciati. Le competenze degli adulti del nostro paese, infatti, risultano ben al di sotto della media dei paesi Ocse. Si tratta di competenze fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale e, nonostante qualche miglioramento, soprattutto per il segmento femminile, i risultati sono sconfortanti. E’ quanto emerge dai primi risultati dell’indagine ISFOL-PIAAC, sui livelli di competenze della popolazione tra i 16 e i 65 anni. L’indagine, realizzata in 24 paesi, è stata promossa dall’Ocse e realizzata in Italia dall’ISFOL su incarico del Ministero del Lavoro.Il nostro paese si colloca all’ultimo posto della graduatoria nelle competenze alfabetiche, anche se rispetto alle precedenti indagini Ocse la distanza dagli altri paesi si è ridotta. Inoltre l’Italia risulta penultima nelle competenze matematiche.Le competenze analizzate dall’indagine sono espresse in punteggi da 0 a 500. Nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Nelle competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a 6 diversi livelli di competenze e il livello 3 è considerato il minimo indispensabile per “vivere e lavorare nel XXI secolo”. In riferimento alle competenze alfabetiche il 29,8% degli adulti italiani si colloca al livello 3 o superiore, il 42,3% al livello 2 e il 27,9% non supera il livello 1. Quanto alle competenze matematiche il 28,9% è al livello 3 o superiore, il 39% a livello 2 e il 31,9% al livello 1 o inferiore.Il deficit del nostro paese rispetto alla media Ocse non riguarda solo gli anziani "analfabeti", ma a parità di istruzione, è più accentuato per i livelli più avanzati. Una delle situazioni più preoccupanti rimane comunque quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: solo il 5% dei Neet raggiunge il livello 3, contro il 25% dei coetanei che lavorano e il 50% di chi studia.