Nel primo trimestre del 2015 aumenta del 32,9%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la domanda di lavoratori interinali da parte delle imprese alle agenzie per il lavoro. E il personale non qualificato vede raddoppiare, tra le categorie professionali, la propria richiesta (+100,3% rispetto al 1° trimestre 2014), conquistando un’ampia quota di mercato, il 24,1%, sul totale. Mentre il gruppo degli addetti al commercio si conferma, in questo inizio 2015, il più ricercato intercettando il 38% della richiesta di lavoro. È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Assolombarda, realizzata in collaborazione con le agenzie per il lavoro, che monitora con cadenza trimestrale la domanda di lavoratori interinali formulata dalle imprese alle agenzie."Questo primo trimestre - dichiara
Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda con delega al lavoro e all’occupazion e- con l’adesione all’Osservatorio di una nuova agenzia per il lavoro, che aumenta ulteriormente la copertura del mercato del lavoro intermediato, restituisce uno spaccato ancora più rappresentativo dei profili ricercati dalle aziende. Uno scenario nel quale è già possibile percepire, per esempio, gli effetti di Expo che, con ogni probabilità, ha fatto registrare una crescita importante della quota di mercato del Personale non qualificato nei servizi di pulizia che, infatti, rappresenta il 14,6% del totale delle richieste”.Nell’arco dei 12 mesi tutti i gruppi professionali hanno registrato un aumento della domanda, ma solo per il personale non qualificato questo si è tradotto in un aumento della quota, che passa dal 16% al 24%. All’interno del gruppo, infatti, quasi triplica il numero di addetti dedicati ai servizi di pulizia, passati dal rappresentare il 5,6% delle richieste totali del mercato, nel 1° trimestre 2014, al 14,6% del 1° trimestre 2015.Dall’indagine emerge, poi, che esercenti e addetti nelle attività di ristorazione continuano a essere la figura professionale più intermediata con il 26,7% delle domande delle imprese. Nell’ambito di questa categoria, in testa si collocano gli esercenti di ristoranti, fast food e pizzerie (60,3%), seguiti dai camerieri dei ristoranti (23,2%) e, inoltre, da cuochi, addetti alla preparazione dei cibi, baristi e camerieri di albergo (16,5%).Un risultato in netta inversione rispetto al periodo compreso tra ottobre e dicembre dello scorso anno, che individuava proprio nei cuochi la quota più significativa (65%) della categoria.Appaiono più contenute, inoltre, le richieste da parte delle imprese di profili legati alle attività manifatturiere. Su questo fronte lo studio evidenzia, comunque, un aumento delle richieste di operatori di impianti per la trasformazione a caldo dei metalli, il cui peso (3,2%) è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno.