mercoledì 27 novembre 2013
​Lanciato il primo indice globale di competitività. Svizzera e Singapore guidano la classifica mondiale su 103 Paesi.
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​Il talento rappresenta un fattore di competizione tra le economie globali, secondo la prima edizione del Global Talent Competitiveness Index (GTCI), che è stato pubblicato oggi dall'INSEAD, sulla base di una ricerca condotta insieme allo Human Capital Leadership Institute di Singapore (HCLI) e in collaborazione con il Gruppo Adecco. Il GTCI, che misura la competitività di un Paese in base ai talenti che è in grado di sviluppare, attrarre e trattenere, rappresenta uno strumento utile per monitorare le evoluzioni e per confrontare le performance delle economie a livello mondiale. Questi risultati possono offrire a governi e organi decisionali spunti di riflessione per valutare l’introduzione di nuove misure necessarie a migliorare la competitività dei talenti di un Paese.

L’Indice ha analizzato 103 Paesi, che rappresentano l’86,3% della popolazione mondiale e il 96,7% del PIL mondiale (in dollari USA attuali).

Svizzera, Singapore e Danimarca occupano le prime tre posizioni della classifica.
Il vertice della graduatoria GTCI è pesantemente dominato da paesi europei. I primi dieci posti includono solo due paesi extraeuropei, cioè Singapore (2°) e gli Stati Uniti (9°). Le nazioni al vertice della graduatoria presentano molti aspetti in comune, tra cui importanti investimenti nell’istruzione (Regno Unito, Svizzera), una storia d’immigrazione (USA, Australia) e una chiara strategia per sviluppare e attrarre i migliori talenti (Singapore).
La Svizzera che è in testa alla classifica ha ottenuto i punteggi più alti in quasi tutte le variabili considerate; tuttavia è al 18° posto in classifica per la sua capacità di attrarre i talenti. I Paesi del Nord Europa sono tra i più “competitivi” nello sviluppare talenti. Tuttavia, la Danimarca ha superato i suoi vicini nordici eccellendo in variabili quali apertura verso l’esterno ed efficacia del sistema Paese. Inoltre la Danimarca vanta una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro e strumenti di protezione sociale rispetto ai Paesi vicini, elementi che le hanno permesso di ottenere il terzo posto in graduatoria.
L’Italia è risultata al 36° posto in classifica. Questa posizione risulta da una relativa scarsa capacità di attrarre talenti (in base a questa variabile, scende al 79° posto) e da una migliore capacità di farli crescere (33° posizione secondo questa variabile), grazie a buone valutazioni dell’efficacia e della qualità del sistema dell’istruzione scolastica e universitaria, secondo gli standard internazionali. I principali fattori critici per la capacità di attrarre talenti in Italia sono rappresentati da una bassa “apertura verso l’esterno” del sistema Paese, da una limitata mobilità sociale, da una scarsa presenza delle donne nel mondo professionale  in confronto agli uomini.
I risultati del GTCI forniscono una chiara percezione delle variabili che determinano la competitività dei talenti tra le economie mondiali e rappresentano uno strumento estremamente prezioso sia per le aziende sia per i decisori politici. Implementare misure che possano favorire lo sviluppo dei talenti in un Paese rappresenta una leva strategica per attrarre le aziende di tutto il mondo, che possono stimolare lo sviluppo di un sistema economico attraverso la creazione di posti di lavoro e la formazione di professionisti locali.
Nei mercati del lavoro in tutto il mondo si registra un crescente divario tra competenze, con conseguente spreco di capitale umano e produttività. In Europa, fino a tre milioni di posti di lavoro rimangono vacanti ogni anno. Circa il 21% dei lavoratori hanno qualifiche troppo alte e il 13% troppo basse per i rispettivi job, con conseguente impatto significativo su stipendi e produttività.
Le competenze di alto livello sviluppate in ruoli professionali, manageriali o di leadership – definite ‘Competenze di Conoscenza globale’ sono fondamentali e strategicamente importanti per la competitività dei talenti. Tuttavia in diversi Paesi – tra cui l’Italia – pesano l'inarrestabile ‘digital divide’ e il numero minacciosamente alto di giovani che terminano il percorso di istruzione secondaria senza possedere sufficienti competenze linguistiche, matematiche, sociali e attitudine al lavoro di gruppo.
Assistiamo infatti a un crescente ‘digital divide’, con milioni di persone prive anche delle competenze informatiche di base, come ad esempio l'utilizzo del mouse. Questo accomuna un adulto su quattro in Italia, Corea del Sud, Polonia, Repubblica Slovacca e Spagna.
Sempre in Italia, come anche in Spagna e Francia, il livello di performance di oltre un adulto su cinque si attesta al livello di base, o addirittura a livelli inferiori. Nell'ultimo decennio, la maggior parte degli altri Paesi ha fatto passi avanti nel miglioramento del livello medio delle competenze della popolazione, mentre il Regno Unito ha registrato una variazione quasi impercettibile.
Federico Vione, ceo di Adecco Italia, ha dichiarato: “Il talento è la vera risorsa chiave per l’economia globale. Ciò significa che i giovani devono investire sull’apprendimento e la formazione continua, le aziende devono poter investire sui talenti e i governi devono aiutare la mobilità e la flessibilità del mercato del lavoro. E’ questa una evidenza chiara dello studio su scala globale che aiuta a capire perché le agenzie per il lavoro garantiscono oggi la soluzione più efficace all’esigenza di trovare, valorizzare e trattenere i talenti nel clima di incertezza che vincola i piani di sviluppo delle aziende”. 
Ilian Mihov, presidente dell’Insead, commenta: “Vi è un disallineamento tra ciò di cui le aziende necessitano in termini di competenze e ciò che i mercati locali del lavoro possono offrire. Gli organi di istruzione sono sotto pressione per fornire le competenze che sono richieste dalla nuova economia globale. Ovviamente, questi temi richiedono una collaborazione tra il governo, le aziende e le scuole globali di formazione manageriale quali l'INSEAD. Poter contare su indicatori quantitativi che il GTCI offre può aiutare i Paesi ad identificare e adottare soluzioni in grado di migliorare la loro competitività dei talenti”.Bruno Lanvin, Consigliere delegato di Global Indices, INSEAD, e co-autore del rapporto, ha affermato: “La capacità di attrarre i talenti sta diventando la vera moneta con la quale Paesi, regioni e città competono l’uno con l’altro. La disoccupazione giovanile è diventata una questione centrale in tutti i tipi di paesi, ricchi o poveri, industrializzati od emergenti: oltre il 50% delle persone più giovani di 25 anni sono disoccupate nell’Europa meridionale, mentre più del 50% della popolazione di molti paesi africani ha meno di 18 anni. Il mero confronto di queste due cifre dà un’idea delle tensioni e delle sfide che ci troveremo ad affrontare nel prossimo futuro.”
Il modello GTCI e la classifica si basano su una varietà di fonti internazionali affidabili, che includono l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI).  Inoltre, il modello GTCI ha superato un esame rigoroso da parte del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea.Paul Evans, professore emerito titolare della cattedra di Risorse Umane e Sviluppo Organizzativo intitolata alla Shell, INSEAD, e co-editore del rapporto, ha detto: “I 103 Paesi considerati in questa prima edizione del GTCI presentano una serie di differenze: le economie più “ricche” necessitano di maggiori competenze manageriali per promuovere l’innovazione e una ripresa dell’occupazione; mentre i paesi in via di sviluppo necessitano ancora di competenze tecniche e professionali per costruire infrastrutture, sistemi sanitari e scolastici. Ma tutti questi Paesi hanno in comune il bisogno di sviluppare un ambiente adatto a favorire la crescita, l’attrazione e il trattenimento delle competenze e dei talenti di cui necessitano.”
Per maggiori informazioni sul Global Talent Competitiveness Index, è possibile fare riferimento al sito: http://global-indices.insead.edu/gtci
E’ possibile seguire l’account Twitter: #GTCIndex
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