L?industria italiana del farmaco è in salute. Con 28,7 miliardi di euro il nostro Paese genera infatti il 15,5% della produzione europea. Fa meglio di noi solo la Germania, con 30,4 miliardi (16,5%). Non solo: le imprese farmaceutiche italiane sono in vetta al mondo per crescita delle esportazioni di farmaci e vaccini. Sono alcuni dati emersi nel corso dell’assemblea pubblica di Farmindustria, che si è tenuta ieri a Roma presso il Teatro Argentina. Il nostro Paese, poi, con nove imprese su dieci (89,5%) che hanno introdotto innovazioni, è secondo in Europa preceduto da Germania (92%) e in linea con il Regno Unito (89,4%). L’occupazione, grazie anche al Jobs act non segna più il passo e si registrano 5mila nuove assunzioni, la metà di giovani sotto i 30 anni. Gli investimenti sono aumentati di 200 milioni di euro (+11%).«L’Italia sta uscendo dalla crisi e l’industria farmaceutica è stata tra le co-protagoniste del rilancio del Paese – spiega
Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria –. I successi sono stati ottenuti da imprese che sono il fiore all’occhiello del
made in Italy. Per questo c’è bisogno che la stabilità, garantita negli ultimi due anni con regole certe, sia confermata e consolidata per favorire investimenti e innovazione». Allo stesso tempo Scaccabarozzi – giunto al terzo mandato – chiede alle Regioni di evitare nuovi tagli strutturali. E trova un alleato nel ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin: «Il comparto ha già dato. Ora bisogna entrare in una seconda fase, che dovrà essere basata sulla stabilità normativa, la rapidità di accesso ai nuovi farmaci, superando la frammentazione regionale in sanità e riequilibrando, concretamente, i poteri e le competenze tra Stato e Regioni».Infine il ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti: «I dati rappresentati sono tutti positivi, siamo di fronte a una delle eccellenze italiane, siamo in una bella gara con la Germania perché l’Italia è il secondo produttore di farmaci in Europa e lavoriamo al sorpasso».