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In Piemonte si registrano nel terzo trimestre 2015 18mila occupati in più, rispetto allo stesso periodo 2014, grazie soprattutto alla spinta impressa dall'industria manifatturiera, e 14mila disoccupati in meno, concentrati fra le persone senza esperienze di lavoro. Continuano a crescere, anche se a un ritmo più rallentato rispetto ai primi sei mesi dell'anno, le procedure di assunzione (+4%), e segna una forte flessione il ricorso alla cassa integrazione (-60%)."Sono segnali incoraggianti - commenta l'assessore regionale al Lavoro,
Gianna Pentenero - che non ci devono però far dimenticare che siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi e che la situazione del Piemonte permane la più difficile nel contesto del Nord-Italia". Comunque secondo l'assessore "ci stiamo muovendo nella direzione giusta".Secondo i dati le persone in cerca di lavoro nello stesso periodo passano in Piemonte da 220mila a 209mila, una flessione che interessa principalmente le donne e che si concentra tra le persone senza esperienze lavorative. Quanto al tasso di disoccupazione, il dato piemontese tra gennaio e settembre 2015 si colloca al 10,5%, dall'11,1% nella media dei primi nove mesi del 2014. La domanda di lavoro, rilevata dal sistema delle comunicazioni obbligatorie, continua a crescere, ma a un ritmo che nel III trimestre si abbassa a +4% (da 143mila a 149mila assunzioni, al netto dei movimenti giornalieri), contro +12,6% nel I semestre: il rallentamento è riconducibile, sul versante contrattuale, a un crollo, peraltro previsto, del lavoro parasubordinato (-40%), conseguente alle restrizioni introdotte nel Jobs act, mentre prosegue sia la spinta impressa dai contratti a tempo indeterminato (+39%) e dalla somministrazione (+19%), sia la caduta dell'apprendistato, che, anzi, tende ad accentuarsi (-33%). In termini settoriali, si mantiene elevata la domanda nell'industria manifatturiera (+12%), a fronte di una lieve riduzione nel settore agricolo e ad una crescita degli avviamenti molto più contenuta rispetto al periodo precedente nel terziario e nelle costruzioni. La frenata sembra più un riflesso del riassestamento in corso delle tipologie contrattuali, a cui non è esente l'espansione eccezionale dei
voucher da lavoro accessorio (in Piemonte nei primi nove mesi dell'anno passano dai 2,5 milioni del 2013 a 4 milioni nel 2014, fino agli attuali 6,5 milioni), non registrati dalle comunicazioni obbligatorie, che tende a deprimere le assunzioni standard nel ramo dei servizi. Il ricorso alla cassa integrazione, infine, mostra tra luglio e settembre una forte caduta, soprattutto nella componente straordinaria (da 38 a 15 milioni di ore), oltre che nella deroga (da tre a 1,5 milioni, calo indotto però dai vincoli imposti dalla normativa nazionale, che nel 2015 consente una richiesta limitata a soli cinque mesi). La flessione della cassa straordinaria era stata già da tempo segnalata, guardando ai dati raccolti in tempo reale negli esami congiunti svolti in sede regionale, che rilevano una progressiva diminuzione del personale interessato dalle sospensioni, dalle 40mila unità di fine 2013, alle 27mila di dicembre 2014, fino a toccare meno di 16mila unità alla data del 30 settembre 2015. "La situazione va migliorando - conclude Pentenero - ma per riagganciare, o quanto meno avvicinare, i livelli pre-crisi ci vorrà del tempo, sperando che il
trend di risalita prosegua senza intoppi o ricadute".