La controversia sul lavoro nelle giornate di festa non poteva passare inosservata ed essere sottaciuta nella giornata odierna, in quella del 1° maggio e del 2 giugno. Perché a dispetto di chi si rilasserà al mare, in montagna, nelle città d’arte quasi 5 milioni di nostri connazionali si ritroveranno sul posto di lavoro. Il che vuol dire che 1 occupato su 5 sarà alle prese con la quotidianità della propria attività. E non significa solo centri commerciali e outlet, ma – a maggior ragione con l’avvento della bella stagione – anche di piccole attività artigianali magari a gestione familiare.
La controversia porta così a nuove giornate di scioperi indette dai sindacati di categoria nel segno dello slogan della Fisascat Cisl «il giorno di festa non può essere dedicato al lavoro ». Saranno astensioni regionali nel Lazio, Puglia, Sicilia e Toscana (nella terra di Dante solo oggi, però), Liguria, territoriali in Piemonte, Emilia Romagna e Umbria. I dati sul lavoro nelle festività – della Cgia – sono inequivocabili: il settore dove la presenza degli occupati nei giorni di festa è più elevato è quello degli alberghi e ristoranti: i 688.300 dipendenti coinvolti incidono sul totale degli occupati dello stesso settore per il 68,3%. Seguono il commercio (579.000 occupati), la Pubblica amministrazione (329.100), la sanità (686.300) e i trasporti (215.600). Lo studio, riferito al 2016, mette in evidenza che sono 4,7 milioni gli italiani che lavorano nei festivi e la domenica, con 3,4 milioni che sono dipendenti e gli altri 1,3 autonomi riconducibili ad artigiani, commercianti, esercenti, ambulanti e agricoltori. Da notare che se è impegnato nel festivo 1 dipendente su 5 la soglia si alza negli autonomi, 1 su 4. Nei festivi è in atto una dinamica particolare: con la liberalizzazione introdotta dal governo Monti, si è data la possibilità di aumentare le aperture dei negozi con grossa ricaduta su outlet e centri commerciali, al centro di polemiche anche nelle recenti festività pasquali e che viene visto «Profondamento sbagliato avere negozi aperti nelle feste del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno» come ribadisce la leader della Cgil, Susanna Camusso. Riguardo le realtà dove il lavoro festivo è più diffuso sono quelle turistiche: Valle d’Aosta (29,5% di occupati la domenica sul totale dipendenti presenti in Regione); Sardegna (24,5%), Puglia (24%), Sicilia (23,7%) e Molise (23,6%) guidano la graduatoria. In coda si posizionano Emilia Romagna (17,9%), Marche (17,4%) e Lombardia (16,9%). La media nazionale è del 19,8%.
Alberghi e ristoranti primi, poi i negozi. Camusso (Cgil): «Sbagliato aprire il 25 e l'1»
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