Il rinnovo del contratto riguarda circa 600mila addetti alle pulizie - Archivio
Raggiunta l’intesa sul rinnovo del contratto nazionale applicato a circa 600mila addetti delle imprese di pulizia, servizi integrati/multiservizi, comparto che opera prevalentemente in regime di appalto e che specie durante la fase più acuta della pandemia si è distinto per la strategicità e per il senso di responsabilità con cui hanno continuato a prestare la loro opera, spesso in condizioni di incertezza e non completa sicurezza. «Come sindacati di categoria esprimiamo soddisfazione per la definizione dell’ipotesi di accordo, sottoscritta con le associazioni imprenditoriali di settore Anip Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi Lavoro e Unionservizi Confapi a oltre otto anni dalla precedente scadenza», così Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti.
Il nuovo Ccnl decorrerà da luglio 2021 e scadrà il 31 dicembre 2024. L’aumento economico è di 120 euro a regime per il II livello, con prima trance di 40 euro a luglio 2021 e ultima trance di dieci euro a luglio 2025, per una massa salariale complessiva pari a 3.430 euro nel periodo di vigenza contrattuale. L’intesa inoltre prevede una soluzione innovativa volta a tutelare il reale potere di acquisto dei salari, nel caso in cui il contratto non fosse rinnovato, evitando così una perdita salariale per le lavoratrici e i lavoratori. Sulla parte normativa il rinnovo interviene su diversi istituti adeguando o integrando la precedente disciplina, in particolare: sul cambio appalto, implementando le informazioni e le comunicazioni tra azienda cessante e azienda subentrante e da dare alle organizzazioni sindacali; sul ricorso al contratto a tempo determinato e ai contratti di somministrazione il limite di utilizzo complessivo viene individuato nel 35%; viene demandata alla contrattazione di secondo livello la possibilità di sottoscrivere specifiche intese sul meccanismo della banca delle ore, da definire a livello aziendale con le Rsu/Rsa e le organizzazioni sindacali ; sul contratto di lavoro a tempo parziale le parti rivedono le modalità e i tempi per la presentazione alle Rsa/Rsu/organizzazioni sindacali dei dati sull’utilizzo del part-time, utili a realizzare un esame congiunto per consolidare le ore di supplementare prestate; sul trattamento di malattia non ci sono interventi sull’articolato normativo attuale. Sul tema delle assenze, che ha lungamente impegnato il confronto tra le Parti, viene istituita una Commissione paritetica, con il compito di definire con l’Inps una convenzione al fine di acquisire i dati relativi al fenomeno delle micro-assenze.
Molto importante è l’introduzione di un ampio articolato volto a contrastare le violenze e le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, che impegna le parti a definire un Codice di Condotta/Linee Guida sulle misure da adottare. Inoltre, alle lavoratrici inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, è riconosciuto il diritto di astenersi dal lavoro con congedo retribuito per un periodo massimo di 90 giorni lavorativi, recependo e in coerenza con le previsioni normative, prorogabile per ulteriori 90 giorni lavorativi con diritto al pagamento di una indennità pari al 70% della retribuzione corrente.
«Nel contesto dato, il risultato ottenuto è importante e complessivamente positivo. Le mediazioni individuate – dichiarano i segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, Maria Grazia Gabrielli, Davide Guarini e Claudio Tarlazzi - sono il frutto di una trattativa complessa, che si è riattivata e conclusa anche grazie all’impegno e alle mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori che non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno.
Una vertenza che ha scontato difficoltà e distanze ma che oggi, con la definizione dell’ipotesi di accordo, deve segnare un cambio di passo e provare a costituire una ripartenza del sistema di relazioni sindacali per affrontare i nodi e le priorità del settore che necessita di regole e norme che mettano al centro la sostenibilità economica e sociale del lavoro negli appalti. Obiettivi che vanno costruiti attraverso gli strumenti contrattuali e l’apertura di una interlocuzione con il governo».