venerdì 15 gennaio 2016
Il Security Specialist, l’Enterprise Architect e il Business Analyst nelle imprese dell'Ict. Il Cio, il Security Manager, il Database Administrator e il Digital Media Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Information Manager, l’Ict Consultant e il Business Analyst  nelle altre aziende e nella Pubblica amministrazione.
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Il Security Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Analyst nelle imprese dell'Ict. Nelle aziende utenti e nella Pubblica amministrazione il Cio, il Security Manager, il Database Administrator e il Digital Media Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Information Manager, l’Ict Consultant e il Business Analyst. Sono questi i profili più ricercati secondo l’Osservatorio delle competenze digitali (giunto alla II edizione), condotto dalle principali associazioni Ict: Aica, Assinform, Assintel e Assinter Italia e promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale e realizzato da NetConsultingcube, presentato oggi a Roma.I canali di reclutamento prevalenti sono per le aziende Ict il network personale-professionale (70% circa delle aziende interpellate), mentre per le aziende utenti sono le società di ricerca e selezione (più del 50% delle aziende utenti) e nella Pa si ricorre soprattutto al concorso pubblico (100% di quella centrale e oltre l’80% di quella locale).La crescita delle competenze interne è basata soprattutto sul training on the job (oltre il 90% degli enti centrali, 75% di quelli locali, 80% delle aziende utenti, 87% delle aziende Ict). Fanno eccezione le società Ict in house di Regioni e Province autonome, che più di tutte ricorrono a corsi di formazione, ma ciò non corregge il fatto che in generale le giornate dedicate alla formazione sono pochissime: la media è di 6,2 giornate annue pro-capite nelle aziende Ict, quattro nella Pa, tre nelle aziende utenti.Le lauree più accreditate sono Informatica/Scienza dell’Informazione, unitamente ad altri indirizzi di Ingegneria. Sia presso le aziende del settore Ict che presso quelle della domanda, infatti, sono le lauree che rispondono meglio alle variegate sfide che l’evoluzione digitale comporta. L’apprezzamento si attesta intorno all’80% degli intervistati. Per l’80% delle aziende informatiche risulta inoltre fondamentale un sistema di certificazione delle competenze tecniche.Le retribuzioni nel settore Ict, che costituiscono uno specchio dell’andamento del mercato, sono un punto che certamente non brilla: sono infatti più basse rispetto alla media generale, soprattutto per i livelli decisionali (dirigenti -1,2%, quadri -2,9%), mentre se la cavano meglio gli impiegati (+3,6%).Nel 2014 c’è stato qualche segnale di miglioramento: la retribuzione media nel 64% dei casi è stata superiore all'1%; nel 24% un calo tra l'1% e il 5%; nel 12% dei casi nessuna variazione sensibile. Segnali positivi, quindi, per il settore Ict, seppur rimanga indietro rispetto ad altri settori. In tema di osmosi scuola-lavoro, lo studio rileva che il 60% delle aziende (Ict e utenti) e degli enti ha rapporti continuativi con il mondo accademico, finalizzati prevalentemente ad assorbire risorse già formate per attività di stage, nonché di supporto a tesi di laurea sperimentali. Poche infatti sono le realtà che partecipano ai comitati di indirizzo dei corsi di studio. I rapporti con gli Istituti Tecnici/Istituti di Istruzione Secondaria sono scarsi: solo il 27,3% delle aziende Ict e il 22% di aziende utenti ed enti pubblici li dichiarano.
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