«Una sintetica fotografia dei ragazzi intervistati dice che dal mondo del lavoro si aspettano di poter coltivare le proprie passioni (oltre il 34%), di trovare un lavoro sfidante con possibilità di crescita (oltre il 21%), di trovare un lavoro che dia sicurezza e stabilità (oltre il 18%). Coltivare le proprie passioni è ancora più rilevante per gli studenti di Psicologia, rispetto a Giurisprudenza ed Economia. Nelle aziende una maggioranza dominante si aspetta di valorizzare la propria crescita professionale». Lo spiega Adele Ercolano, coordinatrice dell’Istituto degli Studi Superiori sulla Donna e ricercatrice della survey I giovani e il mondo del lavoro presentata oggi presso la sede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dell’Università Europea di Roma (Uer). «Interessante - continua l’Ercolano – rilevare che le ragazze hanno prevalentemente l’attesa di poter formare una famiglia tra i 25-30 anni (più del 50%). Questo dato è coerente con la scelta universitaria e la tipologia di settore nel quale pensano di operare».
La ricerca è stata realizzata dal gruppo Value@Work (composto da: Aidp Lazio, Cgil, Colap, Federmanager, Forum delle Associazioni Familiari, Istituto Fidelis – Apra, Istituto Luigi Gatti- Apa Confartigianato Imprese Milano-Monza, Prioritalia e Università Europea di Roma) e promosso dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con l’Università Europea di Roma.
«Come Value@Work - dichiara Marta Rodriguez, direttrice dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna e presidente di Value@Work - abbiamo deciso di investire sui giovani, perché siamo convinti che la loro vulnerabilità per le criticità del contesto in cui vivono sono allo stesso tempo un’opportunità per la loro crescita. Se vogliamo costruire un futuro più sostenibile dobbiamo guardare ai giovani come i pilastri e protagonisti del futuro. Ascoltarli, prenderli sul serio, costruire con loro e insieme a loro».
«È stato analizzato il fabbisogno delle organizzazioni (un campione pilota limitato a circa 30 imprese che hanno interazioni con l'Uer) – illustra Stefania Celsi, consigliere dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna e membro di Value@Work - in termini di aree aziendali e quindi tipologia di professionalità e competenze integrative e trasversali richieste. Per aumentare la presenza dei giovani nel mondo del lavoro il tema che primeggia è la richiesta di abbassamento dei costi del lavoro, insieme all’investimento in formazione professionale. Abbiamo chiesto alle aziende quali potenziali rinunce o "sacrifici" dovrebbero fare i giovani secondo il punto di vista delle imprese per inserirsi con successo nelle organizzazioni, e quali ulteriori competenze l’Università dovrebbe favorire al di là di quelle accademiche, la risposta più ricorrente è arricchire il percorso anche con le esperienze extra-curriculari, in particolare all'estero, e conseguire sempre maggiori specializzazioni».
«Sappiamo quanto i valori siano importanti nella scelta del proprio percorso professionale - sottolinea Silvia Profili, docente associato di Organizzazione aziendale dell'Uer -. I risultati suggeriscono che la sicurezza, la stabilità e l'attenzione al work-life balance rappresentano i principali fattori che gli studenti ricercano nel contesto di lavoro».