Far uscire, nel giro di due anni, oltre
10mila giovani che oggi né studiano né lavorano da quell’enorme platea dei "Neet" (composta in Italia da 2,5 milioni di ragazzi). È l’ambizioso obiettivo dell’
Officina dei nuovi lavori, uno spazio presentato ieri a Roma e composto da quattro laboratori didattici.Attraverso percorsi formativi specifici e attività di orientamento professionale, in quest’area nel quadrante sud-est della Capitale si cercherà di dare maggiori opportunità occupazionali agli under 30 che guardano con preoccupazione al loro presente-futuro lavorativo. L’ambiente è stato realizzato grazie a
una donazione di Google e alla partecipazione della fondazione "Mondo digitale" con la collaborazione del ministero dell'Istruzione e il patrocinio di quello del lavoro. I ragazzi potranno usufruire di corsi settimanali per imparare a utilizzare laser cut e stampanti 3D, corsi di video making con animazione 3D, di game development e di tecnologia immersiva.«È un’esperienza fuori dall’ordinario - ha commentato
il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, presente all’inaugurazione - che produce quella cosa eccezionale chiamata opportunità. Vedo in questo progetto la possibilità di costruire un nesso tra conoscenza, sapere, storia e creatività. Il mio lavoro consiste nel fare in modo che questa esperienza non rimanga isolata ma si possa diffondere». Secondo Poletti e i promotori dell’iniziativa, attraverso tali strumenti possono essere valorizzate anche migliaia di aziende artigiane storiche, che hanno bisogno del contributo dei nativi digitali per essere competitive e rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.Ovviamente idee del genere nascono anzitutto per provare a ridurre una percentuale di disoccupazione giovanile che resta da brividi. «Dobbiamo costruire sempre di più reti di soggetti aperti all’innovazione che comprendano servizi, imprese, fondazioni e scuole - ha aggiunto il ministro -. Siamo convinti che non si impara in un luogo solo, nella scuola in primis, ma anche nei laboratori e nelle imprese».E si tratta di un discorso valido soprattutto per le nuove tecnologie e per i settori in cui si prevede un importante sviluppo nei prossimi anni. «Per capire quanto la formazione al digital sia diventata indispensabile, basti pensare che nel Vecchio Continente, entro il 2020, la Commissione europea stima che ci saranno 900mila posti di lavoro vacanti nel comparto a causa della mancanza di competenze adeguate - ha spiegato Carlo D’Asaro Biondo, president strategic relationship di Google per Europa, Africa e Medio Oriente -. Così noi vogliamo contribuire concretamente a formare nuovi artigiani del Web».Ma le conoscenze non bastano. «I giovani - ha concluso il direttore scientifico della fondazione "Mondo digitale", Alfonso Molina - devono acquisire anche una maggior capacità imprenditoriale per potersi realizzare».