Stefano Messina, presidente di Assarmatori - Archivio
«In Italia abbiamo la flotta marittima più grande del mondo, non tutti lo sanno. L'occupazione è il nostro obiettivo prioritario. L'attuazione del Pnrr e la ripresa economica richiedono decisioni e non aperture di crisi». Stefano Messina, presidente di Assarmatori – nel corso dell’assemblea annuale che si è tenuta oggi a Roma – chiede uno sforzo a tutte le controparti istituzionali per lavorare su temi concreti. In quest’ottica, ricorda i nodi da sciogliere subito per quanto riguarda il trasporto marittimo, in modo che possa continuare a garantire sviluppo e occupazione (il comparto fatica a trovare 1.200 persone, nonostante abbia accordi con Its e scuole): 500 navi, 60mila addetti, 52 porti. Gli armatori sono preoccupati dalle norme dettate dall’Unione Europea in materia di transizione energetica e chiedono di semplificare il quadro regolatorio, risalente a 80 anni fa. E, anzi, vogliono che si mettano al più presto in sicurezza con il supporto dello Stato le attività delle imprese italiane di navigazione. Oltre a tutelare l’industria crocieristica italiana e tutto il suo indotto, con particolare riguardo al "caso Venezia". E ancora, tenere in considerazione l’esperienza degli armatori in vista dell’aumento dell’importazione di gas naturale liquefatto. «Dobbiamo rivedere le reti commerciali del trasporto delle merci – spiega il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini –. Ce lo ha dimostrato la guerra in Ucraina: per garantire la logistica e quindi la digitalizzazione del sistema marittimo è necessaria. L’Europa dovrà rivedere tutta la rete commerciale per evitare che il sistema sia a rischio e salvare la globalizzazione più giusta per tutti. Digitalizzazione e cybersicurezza sono temi che l’Europa dovrà condividere. Abbiamo davanti sfide enormi per il settore marittimo in Italia e nella Ue. La transizione ecologica di questo settore è più complessa rispetto ad altri settori, ci vuole cautela. Serve una posizione equilibrata per tempistica, perché la scelta tecnologica non è così chiara. La ricerca tecnologica sta lavorando in diversi tipi di tecnologia. Certo dobbiamo ridurre l'inquinamento delle navi». «Noi dobbiamo lavorare per evitare l'aumento del trasporto delle merci su gomma, per evitare il congestionamento delle infrastrutture - sottolinea l'ad di Fs Luigi Ferraris -. Il ferro deve fare la sua parte perché oggi viaggiano sul treno solo il 10% delle merci. Dobbiamo raddoppiare e lo sviluppo chiave è l'integrazione ferro, gomma e acqua. Il ferro deve fare partnership con gli altri attori della logistica. Il trasporto merci deve affrontare la sfida che abbiamo di fronte per le infrastrutture che hanno 70 anni di età e quindi è necessario pensare lo sviluppo di tutta la rete della logistica. Fs deve giocare un ruolo di integrazione della logistica per migliorare il trasporto, servono soluzioni integrate nella logistica, con porti e interporti e dobbiamo parlare con tutti gli operatori». «Basta ideologia in Europa. L'Ue deve pensare a una politica europea - sostiene il vicepresidente di Confcommercio Fabrizio Palenzona -. L'Europa deve accompagnare verso un obiettivo condiviso e comportarsi in modo coeso nella geopolitica, nella transizione energetica e sulle questioni militari comuni. Se dobbiamo competere con la Cina, dobbiamo guardare quello che avviene nel resto del mondo. Siamo tutti d'accordo che dobbiamo garantire le migliori tecnologie contro l'inquinamento, ma dobbiamo farlo con gradualità per non distruggere la nostra economia». Anche il settore crocieristico, per quanto in netta ripresa dopo l'azzeramento dei traffici dovuto alla pandemia, «vive un momento complicato - conclude il presidente di Assarmatori -. La chiusura del Canale della Giudecca, a Venezia, ha inferto un colpo durissimo a questo comparto in tutto l'Adriatico. Auspichiamo che il governo indichi una soluzione per poter utilizzare il Canale Vittorio Emanuele, per vedere finalmente approvato il Protocollo Fanghi e per accelerare la realizzazione di nuovi accosti a Marghera garantendo risorse aggiuntive al Commissario: anche questo comparto è un volano fondamentale per l'economia nazionale». Infine, secondo Messina, il fatto che il trasporto marittimo sia un'infrastruttura essenziale del Paese è confermato dagli investimenti chiesti dall'esecutivo alle imprese a controllo pubblico, che hanno iniziato a muoversi acquisendo rigassificatori galleggianti: «In vista di una crescita dell'import di gas naturale liquefatto noi armatori privati abbiamo le competenze per la gestione della supply chain e della logistica e mettiamo a disposizione il nostro know-how».