Realizzare le proprie idee d’impresa è ora più facile: grazie a Internet, infatti, chiunque abbia un progetto di business può promuoverlo online e chiedere tanti piccoli contributi, che messi insieme possono diventare il finanziamento che serve. Si chiama crowdfunding ('folla' e 'capitale') e si effettua attraverso piattaforme. In Italia una delle più importanti è Eppela: fondata nel 2011 da Nicola Lencioni, ha già finanziato oltre 1800 progetti e raccolto circa 7 milioni di euro. La piattaforma, che ha circa 200mila utenti registrati, si basa su una particolare tipologia di crowdfunding, il 'reward-based', che prevede una ricompensa, sotto forma di prodotto o servizio, per il finanziatore. «Sosteniamo progetti in ambiti molto diversi: tecnologia, innovazione, arte, cultura, nonprofit, sociale – sottolinea Lencioni –. Chi ha un’idea di business può presentarla attraverso Eppela, realizzando un video per convincere gli utenti a investire». L’aspirante imprenditore «deve riuscire a creare un forte coinvolgimento con il finanziatore, cercando di vendere non il prodotto, ma ciò che non si può comprare: la ricompensa. Ad esempio, chi vuole chiedere un finanziamento per un libro può proporre agli investitori di inserire i loro nomi tra i ringraziamenti». Il team di Eppela valuta tutti i progetti e accetta solo i più convincenti, in media il 10%. Le campagne «hanno una durata definita: 40 giorni, entro i quali bisogna raccogliere la cifra stabilita. L’ideatore del progetto stabilisce un obiettivo, che può essere tutta la cifra o parte di essa, e se non lo raggiunge non prende nulla. Se invece l’obiettivo viene raggiunto prima della scadenza, la campagna va avanti», sottolinea Lencioni. Il 55% dei progetti pubblicati raccoglie il budget prefissato. La piattaforma offre al cliente tutti gli strumenti per presentare al meglio la propria idea. Uno degli obiettivi del crowdfunding è 'testare' le idee di impresa, per capire se possono essere appetibili per i potenziali investitori. Se la campagna va in porto, Eppela trattiene una commissione del 5%. «Il nostro secondo canale di finanziamento arriva dalle grandi aziende, a cui abbiamo dedicato il programma di mentoring». Tra le aziende coinvolte ci sono Poste Italiane, Fastweb e UnipolSai. «Queste realtà contribuiscono per il 50% della cifra richiesta da progetti scelti secondo criteri di meritocrazia e trasparenza, che sono già riusciti a raccogliere il restante 50%». Per le aziende è un’ottima forma di pubblicità, e per la piattaforma una fonte di guadagno. Eppela, spiega il fondatore, «ha chiuso il 2015 con 1,2 milioni di euro di fatturato, e puntiamo a raddoppiarlo nel 2016». Il modello di business di Eppela si presta a numerosi altri utilizzi: come il crowdfunding civico, messo in atto in collaborazione con il Comune di Milano, che ha stanziato 400mila euro per cofinanziare progetti in ambito non profit. Ma il crowdfunding, spiega Lencioni, è soprattutto «una chance che gli aspiranti imprenditori possono cogliere prima di andare in banca a chiedere un finanziamento».