"Ben venga il ddl contro il caporalato passato al Senato,
che prevede sei anni di carcere anche agli imprenditori che sfruttano i lavoratori, ma non è
sufficiente. È
necessario lavorare sulla cultura d’impresa e sull’etica del lavoro,
se vogliamo contrastare questa piaga". Lo afferma Vincenzo Pepe, presidente di Fareambiente, che ha presentato il Rapporto sulle frodi alimentari e agroalimentari in Italia.Il settore agroalimentare rappresenta il luogo privilegiato dalla criminalità organizzata per fare affari. Se finora si era puntato sugli illeciti tradizionali oggi il sistema delittuoso (che possiamo definire ombra) rappresenta l’altra faccia medaglia della economia nazionale sia in termini economici che di posti di lavoro, a volte anche raddoppiando il valore. La criminalità organizzata ha ramificato la sua maglia su tutti i settori, utilizzando mezzi e strumenti sempre più innovativi (usando il web, imponendo l’acquisto di particolari prodotti o investendo in ristoranti, bar, imprese agricole).
In sintesi i principali dati Nel 2015 i 38.914 controlli mirati per la verifica di aspetti igienico sanitari e merceologici effettuati dai Carabinieri per la tutela della salute (Nas) hanno evidenziato 12.321 non conformità. L'attività del ministero delle Politiche agricole per il controllo della qualità merceologica e la lotta alle frodi dei prodotti alimentari generici, da agricoltura biologica e di qualità regolamentata, ha comportato lo svolgimento di 25.974 controlli e l'analisi di campioni 6.259. Le irregolarità riscontrate hanno dato luogo a 59.480 provvedimenti amministrativi e 1.028 notizie di reato.Le Capitanerie di Porto hanno espletato circa 17.504 verifiche lungo l'intera filiera dei prodotti ittici. Il Corpo delle Capitanerie di Porto nell’ambito della propria attività di vigilanza e controllo ha rilevato 2.635 illeciti relativi alla sicurezza alimentare.Il comando Carabinieri per le Politiche Agricole e Alimentari – Nac, che opera sull’agropirateria cioè la contraffazione dei prodotti agroalimentari, ha controllato 586 imprese agricole sequestrando 722.837 chiilogrammi di merce, elevando 52 sanzioni penali, 273 sanzioni amministrative. Sono state segnalate 55 persone (13 settore lattiero caseario, 11 settore vitivinicolo). Nello specifico per l’agropirateria i prodotti più colpiti sono per valore economico il settore lattiero caseario con 3.884.780 euro, vitivinicolo 285.950 euro, Per le illeciti erogazioni gli uomini dei Nac hanno riscontrato come il settore maggiormente a rischio sia risultato essere il settore cerealicolo (1.574.082 euro) ortofrutta (337.109 euro euro), fondi strutturali ( 249.217 euro). Le principali sanzioni amministrative sono state elevate nel settore cerealicolo ( 320), uguale per quelle penali (6).Il Corpo Forestale dello Stato ha intensificato la lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari a denominazione e indicazione di origine protetta e dei prodotti certificati made in Italy, con 8.486 controlli effettuati; 179 reati accertati; 1.589 illeciti amministrativi accertati e sanzionati. Per un importo notificato pari a 1.900.000 euro, 45 operazioni complesse, 160 tonnellate di merce sequestrata e 4mila litri di prodotti sequestrati delle filiere olearia, lattiero casearia e vitivinicola.La Guardia di Finanza, che ha complessivamente sequestrato oltre 8.800 tonnellate di prodotti agroalimentari solidi e oltre 31 milioni di litri di generi alimentari liquidi, oggetto di frode commerciale e/o sofisticazione. I prodotti maggiormente oggetto di illecito è il vino ( 31.094.942 litri) seguito dai cereali ( 7.443.219).
La regione che risulta essere più fragile da un punto
di vista di “illeciti” risulta essere il Lazio anche se la regione con
maggiori danni economici ( valore della merce risulta essere la
Calabria).Questi dati mostrano come le azioni intraprese anche se stanno limitando il fenomeno non riescono ancora del tutto a contrastarlo, gli 'agrofurbi' modificano il loro modo di lavorare puntando sul web.Secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico la contraffazione sottrarrebbe al nostro Paese più di 100mila posti di lavoro e 18,6 miliardi di produzione interna e un valore aggiunto di 6,7 miliardi. I prodotti contraffatti più popolari in Italia sono abbigliamento e accessori (2,2 miliardi, 32,5%), seguono gli audiovisivi (cd, etc.) per un valore di 2 miliardi e il 28,5% del totale; i prodotti alimentari ( vino, olio, pasta) per 1 miliardo, pari al 14,8%; materiali elettrici, tra cui componenti e cellulari, per 732 milioni e il 10,6%; orologi, gioielli e prodotti di alta gamma per 402 milioni e pari al 5,8%; infine, materiale informatico, come chiavette Usb, componenti hardware per computer, tablet e schede di memoria per 282 milioni e pari al 4,1% del totale.Facendo due conti è possibile quindi affermare che la contraffazione nel campo agroalimentare toglie circa 15mila posti di lavoro, senza considerare l’indotto.Altro dato significativo e interessante - secondo il Rapporto di Fareambiente - è stato quello riguardante le mense scolastiche. In base a delle ispezioni dei Nas in tutta Italia: tra il 2015 e il 2016, sono state 101 le persone segnalate all’autorità giudiziaria, e 487 quelle segnalate all’autorità amministrativa. 37 le strutture chiuse, 928 le sanzioni comminate, tra penali e amministrative, per un totale di 491.496 euro. Più di 4mila i chili di alimenti sequestrati. Le operazioni dei Nas hanno condotto a sequestri e chiusure per un valore complessivo di 13mln di euro. I principali reati contestati sono quelli di frode in pubbliche forniture, commercio di alimenti nocivi, somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione, esercizio abusivo di docenza nella scuola dell’infanzia. E ancora omissioni e abuso di atti d’ufficio, inadempienza in pubbliche forniture, fino ad arrivare a carenze igienico sanitarie, all’irregolarità nell’etichettatura degli alimenti, all’inottemperanza della normativa del divieto di fumo nell'anno scolastico 2015-2016 2.678 controlli nelle mense di tutto il territorio nazionale, ed è stata disposta la sospensione delleattività' o il sequestro per 37 mense, nelle quali sono state riscontrate carenze igienico-sanitarie e strutturali. Sono state ben 670 le irregolarità di vario tipo, che hanno prodotto la contestazione di 164 violazioni penali, 764 violazioni amministrative alle normative nazionali e comunitarie con il conseguente deferimento di 101 persone alle competentiautorità' giudiziarie e la segnalazione di 487 soggetti alle autorità amministrative. Sono state inoltre comminate sanzioni per 491.496 euro Altro problema è quelle del caporalato. Il mercato del caporalato si attesta intorno ai 17 miliardi di euro ed è sparso a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, senza distinzioni fra Nord e Sud. sono gli oltre 400 mila lavoratori agricoli che in Italia vengono sfruttati ogni anno dal caporalato, per una paga davvero misera, pari a circa 2,50 euro all’ora, guadagnando dai 25 ai 30 euro al giorno i lavoratori sfruttati dal caporalato, che nell’80% dei casi sono stranieri, spesso arrivati in Italia in cerca di fortuna che ricevono un salario giornaliero che ammonta a circa la metà di quello stabilito dai contratti nazionali. In Italia 100mila lavoratori sono in condizioni di lavoro di paraschiavismo, 40mila a rischio di sfruttamento. Il 62% dei lavoratori non ha accesso ai servizi igienici, il 64% non ha acqua corrente, il 72% si ammala di malattie legate allo sfruttamento.
Le donne sono oggi le nuove “schiave”, vendute come
merce di scambio ai padroni per “accaparrarsi “ un campo su cui
lavorare. Senza distinzione di razza.I dati mostrano come la pseudo schiavitù nel comparto agroalimentare ( ma che è estendibile anche ad altri settori quali il tessile ad esempio) sia un business su cui ha messo le mani la criminalità organizzata. Dove in base a delle simulazioni fatte Flai-Cgil il caporale giunge a guadagnare 225. 000 euro per la squadra dei caporali contro i 2,50 ad ora per chi lavora nei campi sotto al soleIn base allo studio condotto da The European House-Ambrosetti basato sui dati Flai-Cgil relativi al 2015 sono gli oltre 400mila lavoratori agricoli che in Italia vengono sfruttati ogni anno dal caporalato, per una paga davvero misera, pari a circa 2,50 euro all’ora, guadagnando dai 25 ai 30 euro al giorno i lavoratori sfruttati dal caporalato, che nell’80% dei casi sono stranieri, spesso arrivati in Italia in cerca di fortuna che ricevono un salario giornaliero che ammonta a circa la metà di quello stabilito dai contratti nazionali."Questi dati - conclude Pepe -
mostrano come le azioni intraprese, anche se stanno limitando il fenomeno non riescono ancora del tutto a contrastarlo. È necessario educare il consumatore, egli deve diventare sempre più vigile e deve utilizzare gli strumenti più innovativi che si mettono a disposizione e deve scegliere non solo pensando al portafoglio ma anche a tutte le criticità legate alle frodi".
Il rapporto si conclude con due proposte. Fareambiente
infatti, con la redazione del rapporto non solo cerca di sistematizza i
dati che le attività delle forze dell’ordine comunicano a seguito
delle operazioni effettuare per il contrasto alla illegalità, ma propone
soluzioni utili ai consumatori e al sistema nazionale per
'autotutelarsi'. Nel dettaglio quest’anno sono state elaborati due strumenti:• creazione di unaApp per la gestione delle mense • Redazione di una proposta di legge sulla etichetta che indicasse l’artigianalità di un prodotto.