Nell'era della rivoluzione digitale, i progetti di formazione ricoprono sempre più un ruolo strategico di allineamento con gli obiettivi aziendali. Da un recente studio commissionato da Cornerstone OnDemand e realizzato dall’Osservatorio Hr Innovation Practice del Politecnico di Milano, emerge che se solitamente la formazione è stata gestita con metodologie tradizionali quali l’aula, sempre di più esistono fattori che richiedono di affrontare il processo con logiche completamente diverse in risposta a esigenze di riduzione dei costi e di maggiore coinvolgimento delle persone.
La forza lavoro attuale richiede che approcci innovativi siano affiancati a quelli tradizionali per rispondere in maniera puntuale alle esigenze dei dipendenti. Da questo punto di vista, il contesto italiano mostra come vi sia ancora scarsa attenzione nella formazione aziendale: solo il 51% delle aziende con oltre 1.000 dipendenti ha erogato nel 2015 un ciclo di formazione rivolto al personale, un dato che scende al 15% nel caso di aziende con un numero di dipendenti inferiore alle 300 unità.
Per quanto riguarda le metodologie utilizzate, l’aula è ancora quella maggiormente diffusa con il 58% delle aziende che la prediligono. Segue il training on the job (18%), inteso come esperienza di apprendimento sul campo; il coaching, utilizzato dal 9% delle aziende, e l’e-learning, modalità adottata solo dal 7%.
Nel contesto attuale, mutano anche le esigenze delle persone: popolazioni aziendali che cambiano, giovani che hanno richieste e ambizioni diverse rispetto ai colleghi predecessori. Nella scelta del lavoro, ad esempio, i giovani non sono esclusivamente attratti dall’elemento economico, ma chiedono alle organizzazioni la possibilità di una crescita professionale e l’acquisizione di conoscenze tecniche e capacità soft che consentano loro di colmare i gap.
Altro tema importante è legato alla motivazione e soddisfazione dei dipendenti sono elementi fondamentali. In questo panorama, la formazione continua a rappresentare un importante elemento di motivazione e soddisfazione per i dipendenti. Il 96% dei lavoratori italiani crede nella formazione permanente, indipendentemente dall'età, e il 91% sostiene la necessità di aggiornare capacità e competenze ogni cinque anni per migliorare l'occupabilità, molto più della media globale, pari all’82% (fonte: indagine Randstad Workmonitor, 2015).
Dallo studio emerge che il 52% delle aziende del campione identifica il processo di formazione, analisi e sviluppo delle competenze un ambito prioritario di innovazione nel 2015.
Lebu, società di social learning nata a gennaio, si occupa di formazione on line. "I nostri corsi vengono scelti da un numero sempre
maggiore di aziende - dichiara Giancarlo Novara, ceo di Lebu -. Siamo dieci dipendenti e abbiamo una rete di consulenti per assistere una decina di clienti. Di recente abbiamo avviato una collaborazione con Adico, l’associazione dei direttori commerciali, marketing e vendite, a conferma ulteriore della
bontà del servizio della piattaforma e del suo carattere innovativo. Per ora mettiamo a disposizione 50 corsi, che possono essere scelti e che privilegiano l'aspetto social, con dialogo, approfondimenti e interazione; oltre al gioco e alla capacità di partecipare a una sorta di classifica".
Le lezioni sono della durata di 20 minuti ciascuna, fruibili anche su dispositivi mobile (smartphone o tablet) sugli argomenti più richiesti, che comprendono non solo quelli per migliorare la gestione o l’efficacia nella vendita ma anche quelli per migliorare tutte le altre competenze necessarie ai professionisti di oggi, come ad esempio corsi sulla comunicazione, l’innovazione, la leadership eccetera.
I corsi di Lebu oltre a essere di breve durata, utilizzano anche tecniche di gioco per coinvolgere i fruitori e creano una vera e propria community tra i corsisti delle diverse aziende che potranno confrontarsi tra loro e crescere insieme professionalmente.
"Grazie a questa nuova collaborazione con Lebu possiamo mettere a disposizione dei nostri soci un’ offerta formativa ancora più completa, in grado di migliorare le capacità professionali sotto tutti i punti di vista – dichiara Mariuccia Mauri, direttore generale di Adico –. Siamo certi che questo nuovo modo di fare social learning, leggero ed efficace, incontri le esigenze dei dirigenti di oggi".