Sette allievi su dieci trovano lavoro a tre anni dal diploma - Archivio
Quattro anni per i percorsi di Istruzione e formazione professionale (Iefp), due anni per gli Istituti tecnici superiori (Its) e raddoppio degli iscritti alla filiera professionalizzante per colmare le domande di lavoro vacanti. Dal XXXIII Seminario Europa – organizzato a Bologna dal Centro italiano opere femminili salesiane-Formazione professionale (Ciofs-Fp) e dal sistema della formazione – arrivano le proposte di riforma al governo Draghi. Le richieste espresse dagli organizzatori con i 150 rappresentanti del mondo della formazione provenienti da tutte le regioni, riguardano anche la disponibilità di fondi maggiori e costanti come avviene per la scuola e l’Università e che, per colmare il divario con il Nord, vi siano anche nel Centro-Sud infrastrutture permanenti dedicate alla filiera formativa.
«Chiediamo di valorizzare e rafforzare anche il segmento dell’Iefp regionale, parte integrante e fondamentale del Sistema educativo nazionale, come dichiarato dal ministro Bianchi nel suo messaggio di apertura dei nostri lavori». Lo afferma Manuela Robazza, presidente nazionale del Ciofs-Fp. I protagonisti del mondo della formazione professionale, riuniti insieme a imprese, enti, rappresentanti delle istituzioni e della società civile, rivolgono l’appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri competenti. Il sistema della Iefp regionale forma già oggi in Italia circa 160mila giovani ogni anno. Come documentato da Inapp, con la formazione professionale sette allievi su dieci trovano lavoro a tre anni dal diploma.
«Occorre sviluppare questa offerta formativa in tutto il Paese affinché tutte i ragazzi italiani possano accedervi; occorre garantire figure professionali qualificate a tutti i livelli al passo con i tempi: operatori, tecnici, imprenditori, artigiani, cittadini che fanno grande il nostro Paese nelle continue e sfidanti transizioni», sottolinea Paola Vacchina, presidente Forma e consigliera Cnel. Al governo Draghi inoltre si domanda un’effettiva partecipazione dei Centri di formazione professionale alla Rete nazionale delle scuole professionali, riconoscendo pari dignità tra le Iefp e gli Ip, con procedure snelle e semplificate e incisività delle funzioni attribuite; inserire le Iefp nell’attuazione della Misura Istruzione e Formazione professionale nella Missione 4 del Pnrr e nella nuova Programmazione Europea; utilizzare i 600 milioni della Missione 5 per il rafforzamento del duale della Iefp, integrando questi fondi con quelli ordinari; ampliare l’offerta per favorire la qualificazione dei Neet e aprire l’offerta formativa Iefp e Ifts anche agli adulti, valorizzando l’apprendistato formativo. Tutto ciò in sintesi significa consolidamento e diffusione della filiera formativa. «Vorremmo una riqualifica della formazione tecnica e professionale, con luoghi della formazione all’avanguardia dando valore al miliardo e trecento milioni di euro stanziati dal governo», conclude Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria.