martedì 7 ottobre 2014
​Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita globali.Oltre all'Italia frenano anche Germania e Francia.
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La ripresa economica mondiale continua ma è mediocre e incerta. E procede a due velocità, con gli Stati Uniti che accelerano e l'Europa al rallentatore, con rischi di deflazione e stagnazione ma anche un aumento del pericolo di recessione. A scattare la fotografia dello stato di salute dell'economia è il Fondo monetario internazionale (Fmi), rivedendo al ribasso le stime di crescita globali. L'area Euro rallenta Il rallentamento dell'area euro è legato alla frenata di Germania, Francia e Italia. Il Belpaese è l'unico fra quelli del G7 a registrare nel 2014 un Pil negativo. Ed è quello con la performance peggiore fra i Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), anche se dal punto di vista del mercato del lavoro l'Italia è, insieme all'Irlanda, quello nella posizione migliore. Il Fondo parla in generale di un andamento dell'economia inferiore alle attese nella prima metà dell'anno, a causa di una serie di "sorprese negative", tra cui una "crescita stagnante nell'area euro, con una contrazione del prodotto in Italia, nessuna crescita in Francia e un'inattesa debolezza in Germania nel secondo trimestre". Italia: tagliate ancora le stime di crescita Il Fondo monetario internazionale ha tagliato ancora le stime di crescita sull'andamento dell'economia italiana, dopo la revisione al ribasso operata appena una ventina di giorni fa. Nei capitoli 1 e 2 della nuova edizione del World economic outlook (Weo), il Fmi indica una contrazione del Pil italiano dello 0,2% quest'anno e una crescita dello 0,8% il prossimo. Nel rapporto ex Article IV sull'Italia, pubblicato il 18 settembre, il Fondo aveva già portato la stima sul Pil italiano del 2014 ad un -0,1%, dal +0,3% contenuto nell'aggiornamento della precedente edizione del Weo, di fine luglio; per quel che riguarda il 2015, in settembre il Fmi indicava una crescita dell'1,1%, stima invariata rispetto a quella di luglio. "Nell'ambito di un outlook debole, le prospettive non sono uniformi all'interno della regione: più forti in Germania e Spagna, più deboli in Francia e Italia" spiega il Fondo, aggiungendo che "l'economia italiana si è contratta nella prima metà del 2012 e su base annua non è atteso un ritorno ad una crescita positiva fino al 2015". La settimana scorsa il governo ha presentato le nuove stime macroeconomiche, indicando una contrazione del Pil dello 0,3% quest'anno e dello 0,6% il prossimo, livelli quindi inferiori a quelli odierni di Washington. Restano invece immutate, rispetto a quelle di settembre, le stime del Fondo sul tasso di disoccupazione in Italia: 12,6% quest'anno, di fatto sui massimi, e 12,0% nel 2015. Giù anche Francia e Germania Il Fondo ha limato verso il basso anche le proprie previsioni sul Pil complessivo dell'area euro. Le nuove stime indicano una crescita dello 0,8% nel 2014 e dell'1,3% nel 2015, contro l'1,1% e l'1,5% rispettivi dell'aggiornamento del Weo di fine luglio. Nel dettaglio, hanno subito una revisione anche le stime su Germania (+1,4% per il 2014 e +1,5% per il 2015, dai precedenti +1,9% e +1,7%) e Francia (+0,4% per il 2014 e +1% per il 2015 dai precedenti +0,8% e +1,5%). Inflazione: ancora sotto tono in Italia e zona Euro Il Fondo ha rivisto inoltre le proiezioni sull'inflazione italiana, rispetto a quelle diffuse il mese scorso: la variazione dell'indice dei prezzi al consumo è ora vista ad un +0,1% per il 2014, dal precedente +0,4%, mentre per il 2015 ad un +0,5%, dal precedente +1%. Per la zona euro, il Fmi stima ora un'inflazione allo 0,5% quest'anno e allo 0,9% il prossimo. Le precedenti stime, contenute nel Weo di aprile, erano per uno 0,9% nel 2014 e uno 1,2% nel 2015. "L'inflazione si attesterà in media attorno allo 0,5% nel 2014 ed è vista ben sotto l'obiettivo di medio termine della Bce nel prevedibile futuro" si legge nel rapporto. Eurozona, un problema mondiale "C'è il rischio che la crescita dell'Eurozona possa entrare in una fase di stallo e cadere in deflazione" il prossimo anno. Lo sostiene il capo economista del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, secondo il quale Eurolandia diventerebbe così "il maggior problema dell'economia mondiale". Il timore per L'Eurozona, precisa Blanchard, "è un arresto della ripresa" e di conseguenza "il rischio che la domanda si indebolisca ulteriormente e che la bassa inflazione si tramuti in deflazione". "Questo - precisa Blanchard - non è il nostro scenario base, poichè riteniamo che i fondamentali stiano lentamente migliorando". Investimenti nelle infrastrutture "Siamo a favore di investimenti nelle infrastrutture in Europa", ha continuato Blanchard, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sul piano da 300 miliardi di euro del presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker". USA e UK migliorano Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si stanno lasciando la crisi alle spalle e centrando una crescita discreta. Lo afferma il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, sottolineando che il loro potenziale di crescita resta comunque inferiore agli inizi del 2000. I numeri dell'economia italiana secondo il Fmi Anno                    2014  2015 --------------------------------------- Pil                         -0,2  +0,8 Inflazione              +0,1  +0,5 Avanzo corrente   +1,2  +1,2 Disoccupazione    12,6  12,0 ---------------------------------------
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