sabato 16 maggio 2015
L'Italia con 29 miliardi di fatturato e 63mila addetti è il secondo produttore dell'Ue. L'occupazione è tornata a salire da metà 2014 (+1%; +4% per la componente legata alla produzione): circa 5mila assunti, tra i quali 2mila giovani con meno di 30 anni.
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L'Italia con 29 miliardi di fatturato e 63mila addetti è il secondo produttore farmaceutico della Ue. Una posizione che si conferma con investimenti in prodotti e tecnologie sempre più innovative, che hanno reso possibile la forte crescita dell'export (+50% dal 2010 al 2014) e la ripresa dell'occupazione nel 2014 (+1%). È quanto si legge in una nota del Centro Studi Confindustria. Questi risultati, spiega il Csc, "derivano anche da politiche pubbliche più attente al settore che ora devono consolidarsi per non mettere a rischio un fondamentale patrimonio industriale". Tra il 2010 e il 2014, si legge nello studio del Csc, l'Italia ha aumentato di più al mondo il valore delle esportazioni di farmaci e vaccini. Sono cresciute sia le quantità esportate, sia il loro valore medio, aumentato più del doppio del totale Ue (+29,7% rispetto a +12,5%. Nel 2014 il valore medio dei farmaci esportati dall'Italia è stato superiore a quello degli altri grandi Paesi Ue (+4%), mentre nel 2010 era inferiore del 27%. Un fenomeno che riflette "l'incremento del contenuto tecnologico/innovativo della struttura industriale nel nostro Paese". La crescita della produzione farmaceutica negli ultimi cinque anni è dipesa per il 32% da attività già realizzate in Italia, per il 21% da produzione di nuovi farmaci, per il 47% dall'attrazione in Italia di produzioni prima effettuate in altri Paesi. La crescita dell'export traina la produzione farmaceutica nel nostro Paese."I brillanti risultati della farmaceutica - spiega il Csc - sono stati resi possibili dalla scelta di imprenditori e manager, italiani ed esteri, di investire nel Paese facendo leva sui nostri punti di forza. A partire dalla qualità delle risorse umane, seguita dall'efficienza dei settori dell'indotto, che con 64mila addetti creano sinergie di crescita, in particolare nella meccanica e nel packaging,per i quali l'Italia è leader mondiale insieme alla Germania".In Italia l'effetto moltiplicatore, ovvero il valore generato nell'indotto, è più alto che in Europa (2,5 rispetto a 2,0), riflettendo la specializzazione italiana nella produzione farmaceutica. Il saldo estero di farmaci e vaccini nel 2014 è stato pari a +5,2 miliardi, in netta accelerazione negli ultimitre anni. L'Italia produce molti più farmaci di quanti ne consumi, perché intercetta quote crescenti della domanda mondiale e, come visto, alcune produzioni vengono spostate in Italia. Le esportazioni rappresentano il 72% del fatturato, in forte crescita rispetto a dieci anni fa (46%). Tra il 2004 e il 2014 i "medicinali e preparati farmaceutici" (il 90% del totale) hanno registrato la maggiore crescita tra tutti i settori dell'economia4: +11 miliardi di euro. Per la farmaceutica in Italia l'aumento dell'export è da anni determinante poiché, a fronte della contrazione del mercatointerno, è stato l'unico fattore di crescita della produzione.Ed è stato fondamentale, conclude il Csc, anche per la ripresa dell'occupazione (63mila addetti), tornata a salire da metà 2014 (+1%; +4% per la componente legata alla produzione), comerisultato di circa 5mila assunzioni, tra le quali quelle di 2mila giovani con meno di 30 anni.
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