Le famiglie italiane hanno sempre più bisogno di badanti - Archivio
Una ricerca di Assindatcolf-Idos sostiene che nel 2005 le famiglie italiane avranno bisogno del supporto di due milioni e 288mila unità di personale domestico per soddisfare il proprio fabbisogno di assistenza. Numeri che conteggiano non solo i nuclei con lavoratori già in regola, ma anche i datori di chi lavora senza contratto. Di questi, due su tre saranno stranieri (1 milione 524mila lavoratori) e 764mila saranno invece nostri connazionali. «Credo - spiega Renata Vrenna, direttrice di Demetra Care - che si debba urgentemente colmare questo preoccupante gap. Da qui, un appello agli uomini e, soprattutto, alle donne italiane: si tratta di un'occupazione in forte ascesa, con una retribuzione che può arrivare anche a 1.500 euro al mese e, come tale, va considerata. Un'opportunità da non scartare solo per ragioni, diciamo così, culturali. Nel solo fine settimana, oltretutto, si possono guadagnare dalle 150 alle 250 euro».
Anche perché, in Italia, i casi di demenza sono in costante aumento e si stima che arriveranno quasi a raddoppiare entro il 2050, passando dalle attuali 1,48 milioni di diagnosi a 2,3 milioni. Un bisogno sociale che riguarda in primis le persone non autosufficienti ma non solo. «Le badanti - sottolinea Vrenna- si dedicano in generale ad anziani che necessitano di un'assistenza h24. Supporto che riescono a offrire grazie alla qualifica di Oss, Operatore sociosanitario. Oppure un titolo di ‘pronto soccorso’. Una competenza e una professionalità di alto livello che permette alle famiglie richiedenti una sostanziale serenità. Il loro nonno o la loro mamma è insomma in buone mani ed è questo che ci richiedono quando si rivolgono a noi, non potendo più gestire in maniera adeguata il proprio caro».
Ma come funziona la selezione? Come viene scelta la persona adatta a quella determinata esigenza? «Le famiglie sono molto attente e ci illustrano, in modo dettagliato, le patologie di cui soffre l'anziano. Ci dicono se è stato in ospedale, se è stato in una Rsa, se rimasto a casa, raccontando così tutta la sua storia e il motivo per il quale arrivano a chiedere assistenza. Questa è una fase molto importante perché la patologia deve corrispondere a quello che le badanti hanno svolto: se si tratta di demenza, tanto per fare un esempio, la collaboratrice deve avere un curriculum compatibile perché non ci si può improvvisare e le competenze sono decisive per lo svolgimento di un buon lavoro. Questo è l'unico elemento da considerare: se poi la badante è italiana o straniera poco importa. La cosa fondamentale è il rapporto che si crea con l'anziano che alla fine gratifica chi riceve assistenza ma anche chi la dà».
Insomma, soprattutto in un momento storico come il nostro, questa mancanza di professionalità è un’eccellente opportunità lavorativa e non solo. «Le italiane – conclude la direttrice di Demetra Care – hanno un’occasione per arginare il crescente costo della vita, le famiglie ricevono quell’aiuto che lo Stato non riesce a sopperire e, infine, viene riconosciuta dignità alle collaboratrici straniere. È commovente ricevere un loro ringraziamento per essere riusciti a inserirle nel nostro tessuto sociale ed economicoÃ.