sabato 18 gennaio 2020
A fronte del 36,8% dell'Ue a 28 e del 47,2% del Regno Unito, del 43,3% della Francia e del 30,6% della Germania
Solo il 23% dei lavoratori italiani ha la laurea
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I lavoratori italiani sono tra i peggiori in Europa per livello di istruzione. Nel terzo trimestre del 2019 - secondo i dati Eurostat appena pubblicati - solo il 23,4% degli occupati dichiarava di avere la laurea (il dato peggiore dopo la Romania) a fronte del 36,8% dell'Ue a 28 e del 47,2% del Regno Unito, del 43,3% della Francia e del 30,6% della Germania.

Il dato è particolarmente basso per i maschi, con appena il 18,2% dei lavoratori che risulta laureato e un divario con la media Ue (32,8%) di oltre 14 punti. Se invece si guarda a chi ha al massimo la terza media la quota tra i lavoratori italiani è tra le più alte in Ue con il 29,7%, quasi il doppio della media Ue (15,9%). I maschi con il livello di istruzione più basso sono il 35%, oltre un terzo degli occupati. Se si guarda al dato annuale (riferito al 2018) i lavoratori italiani tra i 20 e i 64 anni che hanno al massimo la licenza media sono il 30,1% degli occupati totali a fronte di appena il 16,3% dell'Ue a 28. La percentuale sale tra gli uomini con il 35,2% a fronte del 18,4% in Ue. Il dato è comunque molto migliore rispetto al 2009, quando gli uomini con al massimo la terza media al lavoro erano il 41,5% degli occupati complessivi. Quanto al livello di istruzione più alto, le persone al lavoro con la laurea sono il 23,1% del totale a fronte del 35,8% nella media Ue. Migliorano la situazione le donne con la laurea in Italia, che sono il 30,1% delle occupate a fronte del 40,2% in media in Ue. Questo fatto si spiega con il livello medio di istruzione delle donne più alto di quello degli uomini in generale, ma anche con il basso livello di occupazione femminile in Italia, per cui è più facile che siano le donne più istruite a entrare nel mercato. La percentuale dei lavoratori che hanno il diploma nel cassetto si equivale nella sostanza in Italia (46,8%) e nell'Europa a 28 (47,7%) ed è rimasta stabile negli ultimi dieci anni.

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