Il lavoro sommerso sottrae al Pil nazionale almeno 540 miliardi di euro cui corrisponde un'evasione, fiscale e contributiva, che viaggia intorno ai 270 miliardi l'anno. A fare i conti è una indagine dell'Eurispes che ricorda comunque come "una buona fetta" sia da considerarsi "sommerso da sopravvivenza" in cui "parti importanti della società hanno teso a rifugiarsi a causa della crisi economica". A questo, comunque sia, va sommato il sommerso dovuto ad attività criminali che supera quota 200 miliardi.E a proposito di lavoro nero l'indagine Eurispes rivela anche come, nel corso dell'indagine, il 28,1% degli intervistati abbia ammesso di aver fatto almeno una esperienza di lavoro senza contratto nel 2015. Un numero in decisa ascesa, dice ancora il rapporto, se confrontatocon il 18,6% del 2014. A trovarsi in questa situazione oltre il 50% di chi è in cerca di primo lavoro e di nuova occupazione, il 29,6% degli studenti, il 22,4% delle casalinghe e il 13,8% dei pensionati, ma soprattutto l'83,3% dei cassintegrati. E sempre in materia di lavoro nero e sommerso sono gli insegnanti di ripetizioni, le baby sitter e le colf tra i lavori che gli italiani indicano come quelli maggiormente a rischio; nessun contratto, nessuna fattura. In particolare nell'80% dei casi sono baby sitter, nel 78,7% insegnanti di ripetizioni, nel 72,5% i collaboratori domestici. A seguire badanti (67,3%), giardinieri (62,7%), muratori (60,2%), idraulici (59,8%), elettricisti (57%), falegnami (56,4%) e medici specialisti (50%). La quota di chi invece ha svolto un doppio lavoro, nel corso dell'ultimo anno, dice sempre l'Eurispes, è del 21% (19,3% a inizio 2015).