venerdì 18 marzo 2016
Con la sfida Buoni e giusti, Coop coinvolge tutti gli 832 fornitori che operano con oltre 70mila aziende agricole.
 Etica e legalità nel carrello
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Più etica e più legalità sui prodotti e sulle filiere agroalimentari. È partita la nuova campagna della Coop – Buoni e giusti – che coinvolge tutti gli 832 fornitori che operano con oltre 70mila aziende agricole. Per i prossimi 12 mesi questa iniziativa vuole fare luce su un lato oscuro del settore agroalimentare italiano: le filiere 'sporche', quelle che stando agli ultimi dati interessano ancora oggi qualcosa come 400mila lavoratori, stranieri nell’80% dei casi. «Vogliamo rendere stabili gli strumenti di contrasto alla piaga dello sfruttamento dei lavoratori – ha spiegato il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina –. Cruciale per questo lavoro è la proposta di legge contro il caporalato in agricoltura, ora all’esame del Senato. Con queste misure puntiamo a rafforzare le norme penali e aumentiamo la ramificazione territoriale della Rete. Inoltre il ministro Poletti ha già avviato il lavoro per un piano di interventi e di accoglienza per i lavoratori immigrati. È stata individuata una lista dei territori a maggiore rischio che necessitano di un intervento urgente. Su questo si provvederà a una collaborazione stretta tra governo, istituzioni locali e Terzo settore. Dobbiamo lavorare insieme per superare il fenomeno scandaloso dei ghetti che sono ancora presenti in alcuni territori». Per Coop sono 13 le filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità. «Con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità – concludono Marco Perdoni, presidente di Coop Italia, e Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop – si attueranno controlli sugli agrumi, per poi proseguire con le fragole, i pomodori, i meloni, le angurie, l’uva, le patate novelle e altri cinque ortaggi di largo consumo». 
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