Bilancio positivo per la XVIII edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile che chiude oggi il sipario registrando un record di presenze con quasi 300 partecipanti. L’impatto delle tecnologie convergenti, il valore sociale nell'era dell’Intelligenza Artificiale, piattaforme inclusive e collaborative ad impatto sociale sono stati i temi affrontati quest’anno.
La sessione di chiusura Rigenerare democrazia e innovazione sociale nella IV Rivoluzione Industriale ha visto la partecipazione di Enzo Risso, Direttore Swg; Stefano Zamagni, Università di Bologna; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; Ivana Pais, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; Enzo Rullani, Centro Tedis, Venice International University; Enrico Loccioni, Presidente Loccioni e Claudia Fiaschi, Portavoce Forum Nazionale del Terzo settore.
I lavori hanno preso il via con Enzo Risso, direttore Swg, che ha presentato l’indagine “Società: paure e desideri nell’Era 4.0” – realizzata su incarico di Aiccon - sull’opinione pubblica rispetto alle principali conseguenze derivanti dalle innovazioni introdotte nell’Era 4.0. Secondo quanto emerge dallo studio, le principali conseguenze dell’avvento dell’Industria 4.0 sono per molti una perdita secca di posti di lavoro (42%) e altri danni collaterali, come, ad esempio, il bisogno di minori professionalità basse (faranno tutto le macchine) e di nuove professionalità iper specializzate (36%). Complessivamente l’utilizzo di robot e di Intelligenza Artificiale produrrà, secondo l’opinione pubblica, vantaggi alle imprese che vedranno lievitare i propri profitti (72%). Le previsioni illustrano un sostanziale e generalizzato peggioramento della qualità della vita e del lavoro; la riduzione dei livelli di benessere, degli stipendi, delle opportunità e delle libertà, nonché la crescita dell’incertezza di vita e relazionale. Tra dubbi e preoccupazioni per l’occupazione resta comunque predominante la percezione che la tecnologia può rendere l’economia più sociale. Lo testimonia il fatto che che più della metà degli intervistati sugli atteggiamenti nell’economia futura reputi importante condivisione (64%) e mutualismo (51%).
«La tecnologia applicata al sistema di produzione – spiega Risso –genera la paura che si riduca la possibilità di trovare occupazione, mentre per le singole persone la percezione è positiva. Secondo l’opinione pubblica le sfide per un’economia futura sono il benessere lavorativo (76%), il coinvolgimento attivo dei lavoratori nella vita d’impresa (72%), lo sviluppo di senso etico (71%) ed il rispetto e la tutela dei valori etico-sociale (71%)».
Sintesi della prima giornata (venerdì 12 ottobre)
L’impatto che la “IV Rivoluzione Industriale” avrà sul Terzo settore sarà il tema al centro de Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, il tradizionale appuntamento di Aiccon, Centro Studi dell’Università di Bologna, che ha preso il via questa mattina a Bertinoro (Forlì-Cesena). Il dibattito, articolato in quattro sessioni, vedrà oltre 250 partecipanti provenienti da tutta Italia confrontarsi sul tema “La sfida etica nella IV Rivoluzione Industriale. Economia Civile, lavoro e innovazione sociale” che è il titolo della XVIII edizione che da 18 anni ospita i protagonisti del mondo accademico, dell’economia sociale e delle istituzioni insieme ad una community di studenti e giovani imprenditori sociali, per riflettere e conversare sui temi dell’economia civile.
La corretta applicazione delle tecnologie convergenti affinché il lavoro possa tornare ad essere un bisogno umano fondamentale e non solo un diritto è stato il tema della Sessione di Apertura dal titolo La sfida etica e l’impatto delle tecnologie convergenti. I lavori della prima giornata sono stati aperti da Gianfranco Marzocchi, Presidente Aiccon e Brenno Begani, Presidente Agci. Alla sessione, coordinata da Paolo Venturi, sono intervenuti Stefano Zamagni, Università di Bologna; Alessandro Rosina, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; Francesco Seghezzi, Direttore Fondazione Adapt e Marco Bentivogli, Segretario Generale Fim-Cisl.
Il confronto si è aperto con la relazione del prof. Stefano Zamagni, Università di Bologna che ha sollecitato «il mondo del Terzo settore a non avere timore delle nuove tecnologie perché il criterio che distinguerà l'umano dal non umano sarà sempre la categoria dell'amore in cui saremo sempre superiori alle macchine».
Secondo Francesco Seghezzi, direttore Fondazione Adapt: «Non dobbiamo pensare che la IV rivoluzione industriale stia solo nell'innovazione attraverso le nuove tecnologie. Occorre affrontare il tema dell'innovazione dei modelli organizzativi valorizzando settori e lavori che creano valore sociale».
A seguire è intervenuto Marco Bentivogli, Segretario Generale Fim-Cisl che ha sottolineato come «mettere le persone al centro della IV rivoluzione industriale significa investire sulla formazione delle persone, in particolare in digitalizzazione, per risolvere il problema occupazionale. Bisogna superare la “tecnofobia” tipica del nostro Paese».
In chiusura Alessandro Rosina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha evidenziato che «per vincere la sfida della tecnologia l’obiettivo è di far incontrare le nuove opportunità date dalla IV Rivoluzione industriale con le potenzialità dei giovani».
In chiusura della mattinata Sabrina Stoppiello, responsabile Rilevazioni Statistiche sulle Istituzioni Non Profit Istat e Caterina Viviano, Dirigente Servizio Registri statistici sulle unità economiche Istat hanno presentato le stime aggiornate al 2016 sulla consistenza e le principali caratteristiche strutturali del settore non profit in Italia. Nel 2016 le Istituzioni Non Profit erano 343.432 e contavano (+2,1% sul 2015) e 812.706 dipendenti (+3,1% sul 2015), aumentando il loro peso rispetto alle imprese, sia in termini di istituzioni (+2,0%) che di addetti (+2,1%). Il 7,3% delle Inp è nato nel biennio 2015-2016. Il 62,7% delle unità con almeno 10 dipendenti sono invece nate in anni precedenti al 2000.
Tra il 2015-2016 sono le fondazioni a crescere di più (+16,4%) mentre le coop sociali mostrano un lieve calo (-3,3%). I dipendenti aumentano in misura maggiore nelle fondazioni (+10,3%) e nelle coop sociali (+3,0%), in cui si concentra il 52,7% degli addetti.
Nel biennio 2015-2016 oltre la metà dei lavoratori dipendenti si conta nell'assistenza sociale (36,4%) e della sanità (22,6%); seguono i settori dell’istruzione e ricerca (15,1%) e dello sviluppo economico e coesione sociale (11,9%). Tra i dipendenti delle Inp il 71,9% sono donne, oltre il 57,3% ha un'età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 31,0% sono laureati e l'84,5% è a tempo indeterminato. I dipendenti per i quali le Inp hanno beneficiato di sgravi contributivi sono 40.436 nel 2016 (5,0%), di cui per il 70,8% dei casi si tratta di fasce socialmente deboli rispetto all'ingresso nel mercato del lavoro: detenuti, disabili e donne svantaggiate.
All’interno del programma delle Giornate di Bertinoro 2018 è previsto anche uno spazio dedicato ai giovani: il GdB Off, ospita più di 60 studenti del corso di laurea in Management dell’Economia Sociale dell’Università di Bologna–Campus di Forlì e quest’anno è realizzato con la collaborazione di Jointly - Il Welfare Condiviso.