Il lavoro nel 2012 è stato meno qualificato e più precario. Il Rapporto 2013 sulle comunicazioni obbligatorie, curato dal Ministero del lavoro, fotografa il mercato delle professioni dello scorso anno e non mancano le sorprese. Tra gli uomini, in cima alla graduatoria delle professioni più richieste, ci sono i braccianti agricoli (15,1% degli avviamenti del 2012, con 767.405 assunzioni), camerieri (8,1%, 441.262 assunzioni), manovali e personale non qualificato dell'edilizia civile (4,3%, 217.777 assunzioni) e cuochi (3,9%, 196.870 assunzioni). A seguire cuochi in alberghi e ristoranti (3,9%; 196.870 assunzioni), facchini ed addetti allo spostamento delle merci (3,3%; 166.366 assunzioni) e registi, direttori artistici, attori sceneggiatori e scenografi (3,1% con 157.191 assunzioni) e ancora commessi delle vendite al minuto (2,4%; 120.027 assunzioni), baristi (2%; 102.906 assunzioni), muratori in pietra, mattoni e refrattari (1,9%; 97.950) e autisti di taxi e altri veicoli (1,8%; 89.617). Anche tra le donne, si conferma il primato di braccianti e cameriere rispettivamente, 9,4% (484.726 assunzioni) e 9,3% (476.754). Al terzo e il quarto posto si posizionano le assunzioni per professoresse di scuola pre-primaria (il 7,2%, 371.954 unità) e primaria (6,5%: 336.801). Seguono commesse di vendita al minuto (5,9%; 302.940), addette all'assistenza personale (4,3%; 223.210), collaboratrici domestiche (3,8%; 197.970), bariste (3,2%; 165.599), addette agli affari generali (2,8%; 144.589), collaboratrici scolastiche (2,4%; 124.231).Mentre l'addetto alla logistica, il fisioterapista, lo sviluppatore software, il consulente fiscale e l'installatore di impianti di allarme sono le professioni per le quali le aziende lamentano una carenza di offerta. L'addetto alla logistica in Lombardia, il fisioterapista in Veneto, lo sviluppatore software nel Lazio, il consulente fiscale nel Trentino Alto Adige e l'installatore di impianti di allarme in Campania. Anche in un periodo difficile come questo per il mercato del lavoro non mancano le professioni per le quali le aziende lamentano una carenza di offerta. A rivelarlo è l'ultima ricerca Excelsior, condotta da Unioncamere e ministero del Lavoro, intervistando 100mila aziende italiane. Emerge così una situazione di squilibrio per molte professioni, che diventa particolarmente accentuata nelle regioni in cui c'è una maggiore concentrazione di imprese, ma che riserva sorprese anche nel profondo Sud, dove ad esempio le aziende faticano a reperire alcuni operai specializzati. Una situazione apparentemente paradossale, che in realtà si spiega con le distanze tra un sistema formativo storicamente sbilanciato a favore delle materie umanistiche, a fronte di un mercato che tende più a privilegiare profili tecnici e scientifici.
Sei infermiere? Punta sulla LombardiaLa ricerca ha preso in considerazione le professioni più difficili da reperire sul mercato, indicando anche la regione con maggiori opportunità di lavoro. Un criterio che può aiutare i candidati a focalizzare meglio le proprie richieste. In testa alla graduatoria ci sono gli infermieri: da quando l'accesso alla professione è stato limitato ai laureati nella disciplina, per le aziende si è fatto sempre più difficile reperire i candidati (il 59,9% delle intervistate lamenta difficoltà nella ricerca). Le maggiori opportunità di lavoro (nel 2009 sono state registrate 970 assunzioni difficili) in questo settore si trovano in Lombardia, che primeggia anche per le offerte riservate alle due professioni che occupano il podio delle più ricercate a livello nazionale, gli addetti alla logistica (difficoltà di reperimento per il 49,2% delle imprese che necessitano di questi profili professionali) e gli addetti marketing (48,2%).
Fisioterapisti, rotta sul VenetoLe aziende venete, invece, primeggiano nella ricerca di fisioterapisti (il 44,9% delle ricerche nazionali di questi professionisti sono problematiche), di progettisti elettronici (40%) e farmacisti (34,8%), rispettivamente la quinta e la settima più difficile da reperire a livello nazionale. Volendo trovare un filo comune, in cima alle destinazioni possibili ci sono le due regioni più ricche del paese, le stesse che presentano anche la maggiore concentrazione di imprese innovative e che presenta un'elevata incidenza di anziani, con esigenze quindi di servizi socio-assistenziali.
Responsabili produzione in Toscana, maghi dell'It in Piemonte e LazioIl distretto manifatturiero di Prato fa da traino alla richiesta di responsabili produzione e qualità, difficili da reperire un po' ovunque, ma soprattutto (47,6% di assunzioni difficili), ma soprattutto in Toscana. Il Lazio primeggia nelle opportunità di lavoro per sviluppatori software (270), una figura che risulta al decimo posto nazionale per difficoltà di reperimento (si è espresso così il 33,9% del campione), mentre i programmatori informatici sono richiesti soprattutto in Piemonte. In Trentino Alto Adige, invece, c'è carenza di consulenti fiscali (220 posti) e questo si spiega anche alla luce del fatto che in Alto Adige c'è una formazione più vicina alla cultura di stampa tedesco.
Aziende campane a caccia di operaiLe regioni del Centro-Sud si trovano, invece, ai primi posti quanto a carenza di profili 'bassi'. Se l'installatore di impianti di allarme è un operaio specializzato difficile da trovare da Nord a Sud della Penisola (si è espresso così l'87% delle aziende intervistate), la situazione è particolarmente difficile in Campania. A Napoli e dintorni è difficile anche reperire aiuto parrucchieri, mentre i pavimentatori sono merce rara soprattutto nel Lazio.
Sulla via Emilia tra cucina e assistenza sanitariaL'Emilia-Romagna è tradizionalmente considerata terra di buona cucina, ma i negozi specializzati sono quelli più in difficoltà quando si tratta di reperire addetti al banco gastronomia. E lo stesso vale per l'ausiliario socio-assistenziale, una figura che trova impiego nelle strutture sanitarie e di riposo pubbliche e private e che risponde alle nuove esigenze provocate dal progressivo invecchiamento della popolazione.
Carenze di competenze anche nelle IsoleInfine non mancano i problemi nel reperimento delle risorse anche nelle due isole principali: in Sicilia, dove pure la disoccupazione sfiora il 30%, è un'impresa trovare conduttori di escavatrici meccaniche, mentre in Sardegna si concentra il maggior numero di ricerche difficili per il ruolo di panettiere, che evidentemente attira pochi giovani.