Sono innegabili le conseguenze che la crisi economica degli ultimi anni ha avuto sull’occupazione e sull’organizzazione del lavoro all’interno delle aziende.Anche le piccole e medie imprese del comparto elettronico ed elettrotecnico hanno affrontato uno scenario di profonda trasformazione che ha impattato sulle strutture produttive e gestionali: crisi economica e trasformazione della domanda sono tra i fattori che nell’ultimo decennio si sono riflessi maggiormente sulla struttura organizzativa delle Pmi Anie. È quanto emerge da un’indagine che il Servizio Studi Anie ha condotto presso un campione rappresentativo di aziende socie, che si è focalizzata sul tema della trasformazione del mercato del lavoro e sull’evoluzione organizzativa delle Pmi del comparto.Il 36% delle Pmi Anie intervistate non ha dubbi: la crisi economica è stato il principale fattore che ha costretto a rivedere l’organizzazione delle risorse umane dell’azienda. Di rilievo, in questo contesto, anche la trasformazione della domanda (22%) e l’internazionalizzazione (18%), che hanno modificato anche le dinamiche di mercato dell’elettronica ed elettrotecnica italiana.Le aziende segnalano tra i principali cambiamenti emersi nell’ultimo decennio la trasformazionedelle funzioni aziendali (20%), la riqualificazione del personale (17%) e il maggiore utilizzo di forme contrattuali atipiche (17%); cambiamenti fortemente legati all’evoluzione della domanda e delle strategie aziendali.Per meglio comprendere questi risultati, è interessante analizzare i dati emersi nell’indagineriguardo l’andamento dell’occupazione nelle Pmi Anie e le figure professionali maggiormenterichieste. La crisi e le trasformazioni del mercato influenzano la riorganizzazione aziendale delle Pmi Anie, ma almeno nel 2014 si vedono interessanti spiragli di ripresa: nella media annua del 2014, infatti, l’80% delle imprese Anie intervistate prevede che i livelli occupazionali non diminuiranno rispetto all’anno precedente. Tra essi, spicca un 18% che arriva addirittura a prevedere un aumento dell’occupazione aziendale. Crisi sì, dunque, ma anche impegno delle imprese Anie a mantenere all’interno delle strutture aziendali profili qualificati, in attesa della ripresa economica che ha dato spiragli di fiducia alle Pmi del comparto per il secondo semestre del 2014.Una propensione, quella all’innovazione e alla specializzazione dei suoi professionisti, che siriflette chiaramente analizzando i dati relativi alle figure professionali maggiormente richieste dallePmi Anie nella media annua 2014: oltre il 28% dei profili è rappresentato da
progettisti e
tecnicispecializzati, con un’analoga percentuale rappresentata da
operai e assimilabili e un 20% diimprese che hanno invece segnalato di prevedere l’assunzione di
export manager, altra figurafortemente strategica per il comparto Anie, nel quale le azioni di internazionalizzazione hannoguadagnato negli ultimi anni un ruolo di primaria importanza.Tra le forme contrattuali maggiormente utilizzate nel 2014 dalle piccole e medie imprese intervistate, il contratto a tempo determinato, seguito da quello a tempo indeterminato. Di rilievoanche la stipula di contratti di stage e tirocini, che rafforzano la predisposizione alla formazione e alla trasmissione di know-how che caratterizza le imprese ad alto contenuto tecnologico, come quelle di Anie Confindustria.In questo contesto, emerge un quadro positivo anche in relazione all’attitudine delle Pmi Anie agliinvestimenti in termini di formazione e Ricerca & Sviluppo: se il 70% delle imprese intervistate haeffettuato investimenti nel primo semestre 2014 e oltre il 60% ne ha già programmati per la seconda metà dell’anno, è importante sottolineare che la maggior parte di tali investimenti è andata proprio in Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti, oltre che nell’acquisto di macchinari e attrezzature, con una percentuale interessante guadagnata anche dalla formazione del personale.