Cosa fare per rilanciare l’occupazione nel nostro Paese? Che cosa chiedono gli italiani al nuovo Governo? Per dare risposta a queste domande e fornire ulteriori suggerimenti utili in materia, Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro, ha interrogato, nel mese di maggio, un campione di 2.700 italiani rappresentativi per genere, età, istruzione, livello professionale e area geografica, invitandoli a indicare quali, a loro parere, dovessero essere i primi tre interventi da attuare per favorire la ripresa occupazionale nel nostro Paese, optando tra 10 risposte predefinite in ambito welfare. Qui di seguito le principali evidenze emerse: • “Diminuire le tasse sul lavoro in modo che le persone ricevano uno stipendio netto maggiore”, è stata la risposta più indicata per il 79% dei rispondenti; • “Far pagare meno tasse alle aziende che assumono a tempo indeterminato”, invece, la seconda (62% del campione intervistato);• “Semplificare le norme sul lavoro”, la terza opzione più votata (36% degli italiani); • Le soluzioni di intervento maggiormente indicate risultano essere le stesse per tutti i cluster intervistati, fatta eccezione per i giovani e gli studenti per i quali sembra essere più importante “rendere la formazione scolastica più allineata alle esigenze delle imprese” (giovani 32%, studenti 45%) piuttosto che la “semplificazione delle norme sul lavoro” (giovani 28%, studenti 26%); anche i cittadini del Sud attribuiscono la medesima importanza a entrambe le soluzioni (32%);“Dai risultati emersi dalla survey consegue che la priorità per gli italiani oggi é, innanzitutto, la riduzione del cuneo fiscale e della tassazione sul lavoro” – afferma
Stefano Colli-Lanzi, Ceo di Gi Group –. I primi due interventi indicati dal campione intervistato, infatti, vanno in questa direzione e questo non stupisce considerando che in Italia permane, ad oggi, in assoluto uno dei livelli più alti di imposta sul lavoro. Anche la necessità di una semplificazione normativa risulta particolarmente sentita e come operatore di riferimento del mercato del lavoro vogliamo sposarla in pieno, soprattutto in merito ad alcuni strumenti come l’apprendistato che potrebbero beneficiarne ulteriormente. Analizzando poi le risposte per cluster emerge come, anche il disallineamento scuola-lavoro, sia tra le priorità da risolvere per gli italiani e soprattutto di chi lo vive sulla propria pelle: non è un caso, infatti, che i più giovani e gli studenti abbiano indicato questa voce come terzo elemento".Della survey si segnalano, inoltre, le seguenti evidenze:• a metà classifica si posizionano la soluzione “spostare le risorse pubbliche da politiche passive che erogano soldi pubblici alle persone senza lavoro (es. Cassa integrazione, mobilità) a politiche attive che aiutano le persone a trovare una nuova occupazione richiedendo un loro impegno attivo (es. ricollocazione professionale, formazione)” votata dal 18,1% dei rispondenti e “aumentare i posti di lavoro nel settore pubblico” per il 17,7% dei rispondenti.“L’attenzione alle politiche attive – continua Colli-Lanzi - rappresenta una sorpresa molto positiva, poiché testimonia che in Italia si sta facendo strada una consapevolezza nuova per la quale alle politiche passive - come la cassa integrazione - debbano essere affiancate politiche attive del lavoro in grado di supportare le persone in un’ottica di costante employability”.La survey ha consentito, altresì, ai rispondenti di lasciare ulteriori suggerimenti su interventi ritenuti utili, a loro parere, per il rilancio dell’occupazione. I più indicati sono stati nei seguenti ambiti: • Intervento di ridimensionamento dei costi della politica (ridurre il numero di politici, ridurre loro stipendi, vitalizi, rimborsi, privilegi e pensioni, non permettere i doppi incarichi);• Rinnovamento della pubblica amministrazione (maggiori controlli su enti pubblici e loro produttività eliminando sprechi e riducendo costi (aumentandone l’efficienza), applicazione delle normative del lavoro privato anche ai dipendenti pubblici, ridurre/aumentare il numero di lavoratori pubblici, assumere i precari della pubblica amministrazione); • Interventi fiscali (riduzione delle tasse (casa, privati, famiglie, risparmi), patrimoniale progressiva, riduzione tasse su imprese, esenzione nuove assunzioni per un certo periodo di tempo, tassazione solo a fine anno su utili reali, riduzione delle imposte per chi dall’estero investe in Italia). Seguono poi ulteriori indicazioni fornite nei seguenti ambiti: contrasto all’illegalità, incentivi alle aziende, incentivi/agevolazioni per l’assunzione di determinate categorie di lavoratori, promozione di maggior equità salariale, nuove soluzioni contrattuali, ulteriori interventi normativi, sistemi di sostegno al reddito, azioni sulle pensioni, soluzioni di chiusura nazionale. La Instant Survey è stata condotta da Gi Group in collaborazione con OD&M Consulting nel mese di maggio 2013 in modalità online; dei 2.700 rispondenti maggiorenni, il 65% è di genere maschile, il 34% costituito da giovani fino ai 30 anni, mentre il 32% da adulti tra i 31 e i 40 anni, al 52% diplomati, per il 27% impiegati e per il 13% studenti (e con un 21% di disoccupati), mentre come distribuzione geografica per il 31% residenti nel Nord Ovest, per il 34% al Sud.