sabato 14 marzo 2015
Garanzia giovani, Jobs act e apprendistato. Per il direttore generale di Assolombarda, Angelo Verna, «adesso imprese e istituzioni devono lavorare insieme per far funzionare, sempre meglio, gli strumenti che già abbiamo a disposizione e rendere, quindi, sempre più accessibile l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro».
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Adottare nuove misure concrete per rilanciare Garanzia giovani, che registra risultati incoraggianti solo in Lombardia; favorire politiche attive di lavoro spostando, quindi, l’attenzione dalla tutela del posto di lavoro a quella dell’occupabilità del lavoratore e valorizzare, abbattendo i costi, la componente formativa del contratto di apprendistato.Sono alcune delle proposte emerse, in Assolombarda, nel corso dell'incontro su Garanzia giovani, Jobs act e apprendistato: come accendere i tre motori del lavoro. Un'occasione per tracciare un bilancio sulla riforma del mercato del lavoro, a cui intervenuti Valentina Aprea, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Lombardia; Giovanna Pentenero, assessore all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale Regione Piemonte; Alba Sasso, assessore al Diritto allo studio e alla Formazione Regione Puglia e Michele Angelo Verna, direttore generale di Assolombarda."Un anno fa proprio qui, in Assolombarda, ci eravamo confrontati, insieme con le istituzioni, sui nodi da sciogliere e sulle misure da adottare per rispondere all’emergenza occupazionale – ha dichiarato Michele Angelo Verna, direttore generale di Assolombarda –. Molte di quelle proposte, a distanza di un anno, hanno trovato riscontro, contribuendo a dare nuovo slancio al mercato del lavoro. Penso, per esempio, alla libera concorrenza tra i servizi per l’impiego pubblici e privati in una logica di efficientamento, al potenziamento della scuola nel suo ruolo di orientamento e collocamento degli studenti, ai diversi incentivi all’assunzione dei giovani. Adesso imprese e istituzioni devono lavorare insieme per far funzionare, sempre meglio, gli strumenti che già abbiamo a disposizione e rendere, quindi, sempre più accessibile l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro".I recenti dati sul piano di Garanzia giovani, diffusi dal Ministero e dalla Regione, evidenziano il positivo utilizzo che la Lombardia ha fatto di Youth Guarantee. Un risultato che è anche il frutto dell’azione congiunta, condotta da Assolombarda e Regione Lombardia, che ha contribuito – attraverso la revisione dei criteri di profiling, l’assegnazione del bonus occupazionale ai contratti di apprendistato professionalizzante, la cumulabilità del bonus occupazionale - a migliorare l’intero programma nazionale.Considerando, però, che rispetto alla platea complessiva dei Neet (Not in Employement, not in Education, not in Training) circa l’80% dei giovani coinvolti in percorsi di politica attiva è in Lombardia, è altrettanto evidente che, a livello nazionale, occorre dare un nuovo slancio al Piano Europeo. Un impulso che le imprese reputano debba passare attraverso azioni concrete. A cominciare dall’erogazione del bonus occupazionale in regime di esenzione anziché de minimis, al finanziamento dei percorsi di Istruzione tecnica superiore (Its) fino all’inserimento automatico di tutti i tirocini extracurriculari di scuole e università all’interno di Garanzia giovani.Verna, a proposito del Jobs Act, ha espresso soddisfazione per il decreto relativo al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che, seppur limitato attualmente ai nuovi assunti, rappresenta certamente un provvedimento che potrà favorire la ripresa delle assunzioni da parte delle imprese.In relazione, invece, all’Agenzia nazionale e alla riforma del titolo V della Costituzione è stata sottolineata l’esigenza di ricondurre le politiche attive del lavoro a una prospettiva nazionale e unitaria senza però disperdere le buone pratiche regionali. L’auspicio, dunque, è quello che l’Agenzia rivesta un ruolo sussidiario e cedevole, lasciando lavorare in autonomia le regioni che operano positivamente e sostituendosi ad esse laddove si manifestino inefficienze.Infine una riflessione sull’apprendistato, che resta uno strumento strategico per le imprese. Nell’ottica di valorizzarne la componente formativa e scongiurare il rischio di ‘cannibalizzazione’ da parte del nuovo contratto a tutele crescenti, un forte contributo può venire dall’azzeramento degli oneri contributivi e dal contenimento della retribuzione per le ore effettuate in formazione; in particolare per l’apprendistato professionalizzante per il quale non è stato al momento previsto alcun abbattimento di costo.A questo si aggiungono le richieste di individuare la qualifica professionale nel corso del percorso formativo e di prevedere 'finestre' di verifica durante l’apprendistato che consentano alle imprese, in caso di esito negativo, di recedere dal rapporto di lavoro.
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