"Nonostante la maggiore tenuta dell'occupazione femminile negli anni della crisi, la quota di donne occupate in Italia rimane, comunque, di gran lunga inferiore a quella dell'Ue: nel 2014 il tasso di occupazione femminile si attesta al 46,8% contro il 59,5% della media europea, e la distanza dell'indicatore con l'Europa è aumentata arrivando a 12,7 punti percentuali (10,0 punti nel2004)". Così l'Istat nel rapporto
Come Cambia la vita delle donne 2004-2014. "L'andamento dell'occupazione femminile negli ultimi dieci anni - spiega il rapporto - ha risentito della crisi che ha fermato il trend positivo di aumento degli anni precedenti". Infatti l'occupazione femminile era cresciuta in Italia sin dal 1995 e la battuta d'arresto è arrivata solo nel 2008. Le donne hanno tenuto meglio sull'occupazione, ma la loro qualità del lavoro è peggiorata, perché è aumentato il part time involontario, la sovra-istruzione rispetto all'impiego svolto e le posizionilavorative non qualificate (soprattutto le straniere impiegate nei servizi alle famiglie).Intanto la presenza delle donne "nei luoghi decisionali, nel complesso, ha guadagnato degli incrementi ragguardevoli, anche se permangono situazioni di criticità". Segna addirittura un raddoppio negli ultimi anni nei casi dei Cda delle aziende quotate o dei seggi nel Parlamento Ue."Grazie anche all'introduzione di norme a tutela dell'alternanza di genere nelle liste dei candidati, le più recenti elezioni europee, avvenute nel maggio 2014, sono state teatro di una piccola rivoluzione rosa: il 40% degli eletti è rappresentato da donne. Rispetto a cinque anni prima larappresentanza italiana femminile nel parlamento europeo è raddoppiata e supera la rappresentanza femminile media europea che si attesta al 37%". Inoltre, fa presente l'Istat, "negli ultimi anni sono state varate leggi che promuovono la presenzadelle donne nelle istituzioni e nelle aziende e che stanno producendo gli effetti sperati: la presenza delle donne nei Consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa ha raggiunto livelli alti grazie all'introduzione delle normative sopra citate: in due anni, dal 2012 al 2014, larappresentanza femminile è raddoppiata passando dall'11,6% al 22,7%".