Andrea Rangone, ceo del Gruppo Digital360 - Archivio
Digital360 Spa è passata al completo utilizzo dello smart working per tutti i suoi dipendenti e i collaboratori, sfruttando al massimo gli strumenti di e-collaboration e virtual meeting per lo svolgimento del lavoro quotidiano. Per verificare l’andamento delle attività dopo le prime settimane di esperienza “forzata” di lavoro da remoto, ha realizzato una survey interna da cui non emerge un rallentamento, ma addirittura segnali di miglioramento della produttività. Grazie a strumenti digitali di collaboration, le persone di Digital360 non riscontrano problemi di interazione con colleghi e clienti, mentre percepiscono nuovi vantaggi dall’esperienza di smart working: più responsabilizzazione e autonomia, orientamento per obiettivi, migliore capacità di concentrazione e ottimizzazione dei tempi. Con i soli limiti, lavorando da casa, di non poter realizzare quel “confronto informale” degli incontri di persona utile a sviluppare nuove idee e, per chi ha figli, delle complessità di conciliazione degli impegni familiari.
Secondo i risultati della ricerca, ben l’88% delle persone ritiene che la propria efficacia lavorativa sia invariata o migliorata in queste settimane di smart working “forzato” rispetto a prima (per il 48% è praticamente analoga, per il 40% migliorata). Ma anche l’interazione con il proprio responsabile e i colleghi è analoga o migliorata per il 90% dei lavoratori (analoga per il 57%, migliorata per il 33%).
Mediamente, in queste settimane le persone di Digital360 hanno svolto ogni giorno 4 meeting virtuali con colleghi interni, giudicati di “buona o ottima efficacia” nel 90% dei casi, e 2 al giorno con interlocutori esterni (clienti in primis), positivi nell’80% dei casi. I meeting virtuali funzionano meglio di quelli fisici perché garantiscono migliori puntualità, rispetto dei tempi e pragmaticità, con la possibilità di collaborazione sui documenti, mentre si diffonde una maggiore consapevolezza sulle opportunità di questi strumenti. Analizzando i singoli aspetti che caratterizzano l’esperienza di lavorato da remoto, le persone di Digital360 ritengono particolarmente positivi l’accesso a documenti e applicativi (92%), la responsabilizzazione su obiettivi e risultati (91%), il livello di autonomia raggiunto (90%) e la percezione di fiducia da parte del proprio responsabile (l’85%). L’aspetto più complesso è la conciliazione tra vita privata e lavoro, giudicata “buona o ottima” dal 45% dei lavoratori.
«In Digital360 lo smart working era un’abitudine da tempo, eravamo già preparati dal punto di vista sia culturale-organizzativo che tecnologico, ma siamo sorpresi dai risultati dell’indagine che rivela addirittura un miglioramento dell’efficacia lavorativa per buona parte delle nostre persone - commenta Andrea Rangone, ceo del Gruppo Digital360 -. I nostri collaboratori sono convinti che, una volta tornati alla normalità, l’esperienza di queste settimane possa essere preziosa per migliorare le modalità di lavoro e di organizzarsi, soprattutto a livello di autonomia, fiducia, responsabilizzazione e più maturo utilizzo degli strumenti di eCollaboration. L’emergenza che stiamo vivendo, nonostante le indubbie complessità, può rappresentare un’opportunità per molte organizzazioni di sperimentare nuovi metodi di lavoro più efficaci e produttivi abilitati dagli strumenti digitali.