giovedì 30 gennaio 2025
L'autorità italiana ha limitato il modello di intelligenza artificiale cinese per mancanza di informazioni sull'utilizzo dei dati personali. È stata aperta un'istruttoria come nel 2023 con ChatGpt
Il Garante della privacy, l'autorità italiana per la protezione dei dati personali, ha dichiarato di aver bloccato il modello di intelligenza artificiale cinese DeepSeek per mancanza di informazioni sul suo utilizzo dei dati personali

Il Garante della privacy, l'autorità italiana per la protezione dei dati personali, ha dichiarato di aver bloccato il modello di intelligenza artificiale cinese DeepSeek per mancanza di informazioni sul suo utilizzo dei dati personali - REUTERS

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Il Garante della privacy, l'autorità italiana per la protezione dei dati personali, ha dichiarato di aver bloccato il modello di intelligenza artificiale cinese DeepSeek per mancanza di informazioni sul suo utilizzo dei dati personali.

Due giorni fa l'autorità italiana aveva chiesto alle società Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek che tipo di informazioni fossero state utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali fossero stati raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati.

In altre parole, il Garante voleva sapere quali dati personali vengono raccolti, da quali fonti, per quali scopi, su quale base giuridica e se sono archiviati in Cina. Lasciando alle società "20 giorni di tempo per rispondere: quando risponderà i nostri uffici avvieranno un'istruttoria in profondità per vedere se c'è il rispetto del Gdpr", aveva affermato Pasquale Stanzione, garante della privacy, specificando di aver chiesto a DeepSeek informazioni "che concernono il codice sorgente, ossia le fonti da cui si è alimentata l'app, se sono stati evitati bias, se sono stati offerti strumenti di protezione dei minori quando accedono a questa applicazione, se si evita di interferire sui diritti fondamentali della persona, per esempio in caso di elezioni".

A distanza di 48 ore è arrivata la limitazione di DeepSeek decisa dall'autorità, volta a proteggere i dati degli utenti italiani: le due aziende cinesi hanno fornito informazioni che "sono state considerate totalmente insufficienti", ha affermato l'autorità italiana per i dati personali in una nota.

Il Garante ha aggiunto che la decisione ha avuto "effetto immediato" e, come promesso, è stata avviata anche un'istruttoria.

La scorsa settimana il modello cinese aveva lanciato un assistente IA gratuito che, stando a quanto riportato dalla stessa DeepSeek, sarebbe al livello dei rivali creati da OpenAI o Anthropic, pur consumando meno risorse computazionali e avendo speso molto meno nell'addestramento rispetto ai servizi IA già noti. All'inizio di questa settimana, il chatbot di intelligenza artificiale aveva superato il rivale statunitense ChatGPT nei download dall'App store di Apple e dal Play Store di Google, scatenando il panico sul mercato mondiale della IA.



Una procedura analoga si era profilato nel 2023 quando OpenAI aveva lanciato ChatGPT.
All’epoca l’Autorità garante per il trattamento dei dati personali, in una prima fase, inviò un avvertimento, poi aprì un’istruttoria e il chatbot di OpenAI si bloccò per un mese. Il servizio riprese dopo aver introdotto una serie di modifiche alla piattaforma, mentre l'istruttoria si concluse solo con un provvedimento sanzionatorio per 15 milioni di euro verso OpenAI a fine 2024.

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