Il focus di questo rapporto 2016 è sulle conseguenze della disuguaglianza nella distribuzione del benessere: le persone si dimostrano più felici vivendo in società nelle quali le disuguaglianze sono ridotte. Sono 6 le variabili fondamentali che spiegano i 3/4 delle variazioni nei punteggi annuali: il Pil reale pro capite, l’aspettativa di vita in buona salute, l’avere qualcuno su cui contare, la libertà percepita nel fare scelte di vita, la libertà dalla corruzione e la generosità.
«La misurazione della felicità percepita e il raggiungimento del benessere dovrebbero essere attività all’ordine del giorno di ogni nazione che si propone di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile», ha affermato Jeffrey Sachs, co-redattore del rapporto e direttore dell'Earth Institute alla Columbia University. «Al posto di adottare un approccio incentrato esclusivamente sulla crescita economica – ha aggiunto – dovremmo promuovere società più giuste e sostenibili dal punto di vista ambientale».
Il Report 2016 "World Happiness", il quarto, censisce 157 Paesi in base al Prodotto interno della felicità, alternativo al Pil. Al primo posto la Danimarca, che ha scalzato la Svizzera. (E. Fatigante)
© Riproduzione riservata